UNA NUOVA MOBILITAZIONE DI LAVORATORI E IMPRESE

“Che aspetta la Regione ad aprire il confronto con le parti sociali su crisi, lavoro, sviluppo ed emergenza sociale? Sono queste le priorità, alla Sicilia serve un accordo”. A dirlo Maurizio Bernava, segretario generale della Cisl Sicilia, intervenendo all’XI congresso della Filca Sicilia (gli edili Cisl), in corso da ieri nell’Nh Hotel di Palermo. Per Bernava, “la classe politica e di governo regionale continua a non dare risposte concrete allo stato di emergenza del lavoro e dello sviluppo, che sta sfociando ormai nella disperazione sociale. Non possiamo aspettare ancora che si decidano ad agire piuttosto che a parlare. Dobbiamo mobilitarci e rimettere in campo l’alleanza sociale dell’1 marzo 2012 fra associazioni delle imprese e dei lavoratori. Alla Sicilia serve subito un accordo sociale per orientare il governo sulle vere priorità. Serve una strategia che inneschi sviluppo senza proclami fini a se stessi”. Bernava ha quindi rimarcato che “la crisi travolge il mondo delle imprese e quello dei lavoratori e che per la Cisl è fondamentale fare sistema insieme, associazioni datoriali e sindacato dei lavoratori. Partendo dall’edilizia, settore flagellato dal drammatico momento economico, proponiamo – ha detto – di creare un movimento comune di mobilitazione e proposta che, provincia per provincia, si faccia portavoce delle istanze, delle proposte e delle prospettive. Dobbiamo presentare al governo Crocetta – ha aggiunto – un pacchetto semplice e chiaro di provvedimenti che parta da un presupposto essenziale: la Sicilia risale la china solo se si mettono in moto risorse e occasioni di sviluppo incentrate sulla capacità di fare impresa. Il primo punto di questo pacchetto è certamente quello di attrarre investimenti italiani ed esteri nella regione. Nelle aree industriali e artigianali siciliane ci sono molti siti inutilizzati. Offriamoli agli investitori come operazione di marketing, utilizzando parte dei fondi europei per dotarli di infrastrutture tecnologiche, materiali e di sicurezza e di incentivi fiscali. Non possiamo permetterci – ha ripetuto – altre brutte figure come quella sul rigassificatore di Priolo, che indurrebbe un potenziale investitore a scappare via. Dobbiamo pretendere, per tamponare la crisi, lo sblocco delle opere piccole, medie e grandi, perché aprire cantieri significa creare nell’immediato lavoro, mettere in moto il circuito dell’indotto e attivare un circolo virtuoso di economia su larga scala”. Secondo il segretario generale della Cisl Sicilia serve, inoltre, un cambiamento culturale di sostanza e non di facciata. “I protocolli di legalità, che sono indispensabili per la realizzazione delle opere, non bastano più”, ha sottolineato. “Lo dimostrano i problemi emersi nella realizzazione della strada statale 640 Cl-Ag”. È necessario, per esempio, che si vada più a fondo, con “protocolli di qualità per accertare e selezionare le strutture delle società aggiudicatrici degli appalti, per monitorare costantemente il corretto impiego delle maestranze”. Per questo la Cisl proporrà alla giunta regionale di stipulare una “convenzione fra la Dia e la Regione Siciliana per garantire trasparenza, legalità e qualità d’impresa, per la realizzazione delle opere con importo oltre soglia. In questo modo si avrebbe la certezza che le risorse vadano ad aziende pulite, non a sistemi di scatole cinesi, ad aziende serie che porteranno a compimento il lavoro e agiranno nel rispetto delle regole con i lavoratori”.
“Crocetta – ha ribadito Bernava -~ comprenda che la Cisl è da sempre disponibile a contribuire per realizzare strategie anticrisi e per questo serve che il governo apra il confronto in un’ottica di collaborazione proficua e di reciprocità. Crocetta comprenda che alla Cisl non interessa utilizzare il confronto come strumento per realizzare scambi sul terreno della gestione. La crisi economica, l’incapacità ultradecennale di governare i fattori economici e i ritardi che si stanno accumulando nell’azione di governo, hanno ridotto la Sicilia in condizioni peggiori della Grecia. A noi interessa solo contribuire ad attraversare la crisi e partecipare al cambiamento per costruire il futuro della regione”.