Ancora tante, TROPPE sono le quantità di amianto presenti nel territorio comunale o quelle giacenti nelle palazzine popolari di Comune o IACP in cui necessiterebbero interventi radicali di bonifica!
Infatti, di lastre di eternit, vecchi serbatoi, pannelli, canne fumarie, tettoie, coibentazioni di tubature ve ne sono ancora a iosa, senza considerare naturalmente le numerose “bombe ecologiche” presenti nelle baraccopoli cittadine (Fondo Fucile su tutte!).
E se da un lato l’inciviltà di molti cittadini non ha davvero limite nel compiere quelle inqualificabili azioni di deturpazione ambientale attraverso la deposizione del nocivissimo materiale un po’ dove capita, dall’altro molti altri chiedono invece che le istituzioni facciano la loro parte per venire incontro alle loro sacrosante necessità di potersene finalmente disfare a norma di legge.
Parecchie sono state e continuano ad essere le istanze di quegli inquilini di alloggi popolari angosciati nel dover ancora sopportare in terrazza la presenza dei vecchi serbatoi d’amianto utilizzati in passato per l’approvigionamento idrico interno alle abitazioni.
Nella fattispecie, infatti, l’ente proprietario (Comune o IACP) quasi mai è intervenuto o interviene per effettuare le necessarie operazioni di prelievo e smaltimento.
Soltanto qualche anno fa vi fu un serio tentativo da parte dell’ex assessorato al Risanamento di fare “piazza pulita” in molte zone, attraverso un finanziamento del Ministero dell’Ambiente che, vista l’accertata pericolosità del prodotto per la salute pubblica, portò all’avvio di progetti e alla pubblicazione di un bando che consentì a molti cittadini di presentare apposita istanza per usufruire di questo importante servizio.
Da allora, però, Palazzo Zanca non ha più comunicato ufficialmente l’avvio di nuovi iter amministrativi volti a risanare le numerose aree “inquinate” di amianto, nonostante sia arcinoto il lungo elenco di norme, decreti e circolari che dal lontano 1992 (con la prima Legge sull’amianto, la n. 257 del 27 Marzo) impongono l’eliminazione di questo materiale cancerogeno per l’uomo e rovinoso per l’ambiente!
Né tanto meno è dato sapersi se alle successive richieste alla Regione da parte del Comune volte ad ottenere un nuovo finanziamento per la pubblicazione di un nuovo bando, da Palermo abbiano risposto, nonostante sia palese l’urgenza di dover ottemperare alla rigida normativa sull’argomento e soddisfare le legittime istanze degli interessati.
Per tali motivi, sarebbe adesso auspicabile un intervento diretto del Commissario Straordinario Luigi Croce con l’assessorato regionale competente, visto che, facendo le veci del Sindaco, egli rappresenta anche la massima autorità sanitaria locale.
Il Consigliere UDC della Terza Circoscrizione
Libero Gioveni