E d’accordo: i politici sono delle prime donne. Non è quel che si dice una novità, né un’esclusiva del Cavaliere. Sì, i politici sono dei venditori di frottole. Partono che hanno i valori, ma cammin facendo diventano ricchi. Bella trovata la politica. E in un luogo come Messina è sempre più facile trovarsi tra i piedi tante prime donne. Al di là della fantomatiche patologie i tanti candidati per la carica di sindaco dimostrano il malessere quotidiano che contagiata la piazza infetta la politica. Parafrasando Berlusconi potremmo dire che per l’amore di Messina, si possono fare pazzie e cose sagge: per il momento le prime hanno il sopravvento… Attraverso il voto si pensa di risolvere i problemi personali. Non siamo d’accordo con coloro che indicano le primarie come l’unica medicina in grado di salvare la democrazia: serve partecipazione ma anche libertà di scelta. E se manca la serenità lavorativa la libertà va a farsi friggere con la democrazia. Che tipo di musica possono suonare coloro che sono schiavi del proprio passato? E dunque: i furbi attraverso la politica si fanno le ville, si fanno le barche, si fanno le amanti. Attraverso le organizzazioni di serate danzanti si conquistano i favori di questo o quel potente ma non è la festa con ragazzine ventenni senza un briciolo di cervello che fa di un cazzone patentato un politico: quelli che chiacchierano e non hanno arte né parte. Cioè tutti, o quasi. A quanto pare non è chiaro a molti che la situazione sia tragica: devono per forza scattare dei provvedimenti della magistratura per rinsavire? E qui converrà mettere punto. Perché un conto sono i messaggi della campagna elettorale e altro conto sono le opinioni, le analisi, i ragionamenti, le ricostruzione giornalistiche e anche i dubbi. Per il momento l’unica certezza è che le primarie forse non si faranno, scusate il disturbo.