L’Italia pluri-condannata nel 2012 dalla Corte Europea dei Diritti Umani

L’Italia è stata condannata per avere violato la Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali in 31 delle 45 sentenze in cause derivanti da azioni legali intraprese contro il Paese presso la Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) di Strasburgo nel 2012. Questo risulta da un elenco redatto dal Ministero della Giustizia. Il grosso delle violazioni riguarda l`eccessiva durata dei processi, i restanti la non equità della procedura con la violazione del diritto di accesso ad un tribunale, la violazione della privacy della vita familiare, il rispetto del diritto di proprietà, il divieto di trattamenti inumani e degradanti e la violazione della libertà di circolazione dei migranti. I ricorsi pendenti davanti alla Corte contro l`Italia e le pedisseque condanne, dunque posizionano il nostro Stato nella classifica negativa tra i 47 Paesi del Consiglio d`Europa che commettono più violazioni dei diritti umani. Infatti l`Italia è al settimo posto, peggio di noi fanno solo Turchia, Russia, Romania, Ucraina, Polonia e Bulgaria. Intanto aumenta il numero dei ricorsi pendenti presso la Corte europea dei diritti dell`uomo, cresciuti da un anno all`altro del l30%. Ritardi nell`amministrazione della giustizia a danno degli imputati la violazione più frequente.
È evidente per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, che le sentenze che provengono da uno dei maggiori organi di giurisdizione europeo dimostrano come la politica dell’Italia di quest’ultimi anni ha seriamente rischiato di compromettere i pilastri fondamentali delle leggi internazionali sui diritti umani. Per questo le sentenze di condanna rafforzano e favoriscono il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali dell’individuo.