Tolleranza zero contro l’evasione fiscale, un crimine inaccettabile. Il ministro dell Economia, Vittorio Grilli, conferma che l’Italia è in prima linea ed è pronta, insieme all’Europa, a passare dalle parole ai fatti e a spingere sull’acceleratore: il piano anti-evasione dei paesi europei (Italia, Germania, Francia, Spagna, Regno Unito a cui hanno aderito anche Polonia, Olanda, Belgio, Romania e Repubblica Ceca) approderà sul tavolo del prossimo G20 a Washington e il tema sarà al centro anche del prossimo Consiglio europeo il 22 maggio. "Per l’Italia è solo questione di mesi", ha detto Grilli, "perchè lo scambio automatico di informazioni sia operativo. Ma non dipende da un singolo paese e d’altronde per noi è sempre stato un paradigma". Nella due giorni di Ecofin informale a Dublino i big europei sono riusciti a fare passi avanti sul tema dell’evasione fiscale che erode circa 1.000 miliardi di euro l’anno. Le resistenze in Europa però non mancano. L’Austria infatti non è pronta a cedere sul segreto bancario e il ministro delle Finanze, Maria Fekter, lo ha detto senza mezzi termini ai colleghi europei: "Combatteremo per mantenerlo". Vienna resta l’ultimo baluardo in Europa dopo che anche il Lussemburgo ha annunciato che rinuncera’ al segreto bancario dal 2015. Secondo il ministro austriaco, "lo scambio di informazioni e’ una massiccia intromissione negli affari privati dei cittadini". Inoltre, Fekter ha spiegato che quando i cittadini tedeschi depositano il denaro in Austria viene applicata una ritenuta alla fonte del 35% in cambio dell’anonimato e Vienna versa poi i soldi alla Germania. Il ministro ha fatto notare che si tratta dello stesso sistema di cooperazione in atto con Svizzera e Liechtenstein. Il commissario Ue alla fiscalità, Algirdas Semeta, ha auspicato che Vienna superi le sue resistenze e ha accolto con favore il piano europeo che si ispira al modello Usa che permette di ottenere tutte le informazioni sui conti bancari, gli investimenti e i redditi all’estero dei contribuenti americani. Il prossimo passo, ha spiegato, dovrebbe essere l’approvazione della revisione della direttiva sulla tassazione del risparmio, ferma dal 2008, piu’ un mandato a negoziare con la Svizzera e altri paradisi fiscali sullo scambio delle informazioni. Cambiare la legge sulla tassazione in Europa richiede pero’ il via libera di tutti gli stati membri, senza nessuna eccezione. "Questa non e solo una battaglia nazionale, una battaglia europea, ma una battaglia a livello globale", ha detto il ministro delle Finanze francese, Pierre Moscovici. Il commissario Ue al Mercato interno, Michel Barnier, ha puntato il dito contro i flussi di denaro sporco dietro cui si nasconde la mafia. A Dublino i ministri delle Finanze Ue hanno parlato di fisco ma anche di crescita. Tasto dolente per il nostro Paese.
Il caso Italia non era nell’agenda del vertice ma lo stallo politico ha suscitato comunque, se non la preoccupazione, l’interesse e l’attenzione dell’Europa. "E’ ovvio che tutti auspicano di avere una soluzione quanto prima", ha spiegato Grilli, "hanno ovviamente chiesto informazioni sul processo di decisione. Ho trovato interesse e domande di chiarimenti pero’ preoccupazione non direi. Penso che in un momento cosi’ difficile e’ importante avere una guida che sia chiara, avere una strategia di azione". E l’allarme sullo stallo politico e stato lanciato anche da Confindustria. Duro l’attacco alla politica del leader degli industriali, Giorgio Squinzi, secondo il quale i 50 giorni di "inerzia totale" ci sono gia costati un punto di Pil. Grilli non ha confermato la stima ma ha assicurato: "In questi giorni ci siamo dati da fare per cercare di recuperare in parte il Pil soprattutto con questi interventi di urgenza come il decreto dei pagamenti dei debiti P.A".