I militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Messina hanno sequestrato immobili per oltre 1,2 milioni di euro riconducibili al noto imprenditore nel settore dell’abbigliamento – Sandro PESCE, a garanzia di imposte evase per oltre 3.500.000 di euro. Il sequestro è stato eseguito su delega del Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Messina – d.ssa M.T. Arena in esito alla richiesta dei Sostituti Procuratori della Repubblica – d.ssa Maria Pellegrino e dr. Fabrizio Monaco – che hanno coordinato le indagini. Quest’ultimo atto segna l’epilogo di una complessa indagine condotta dalle Fiamme Gialle messinesi già dalla fine del 2010 che ha visto coinvolto ben 7 soggetti, tra cui un notaio milanese, indagati dalla Procura della Repubblica di Messina per bancarotta fraudolenta, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, lo stesso Pesce era stato già tratto in arresto nel luglio 2011 per bancarotta fraudolenta per la distrazione di beni della Margan Srl, dichiarata fallita dal Tribunale di Messina il 16/01/2008
Il sequestro di questi giorni ha interessato 2 magazzini commerciali con sede in Messina via G. Garibaldi n. 112 (54 mq.) e in via Orso Corbino (1200 mq.) intestati alla IDRA S.r.l., società riconducibile al PESCE Sandro, e rappresenta il termine dell’attività svolta dalle Fiamme Gialle Peloritane nei confronti di tutte le società riconducibili al noto imprenditore messinese.
Nel corso delle indagini è emersa una sistematica evasione perpetrata dalle società riconducibili al PESCE negli anni dal 2008 al 2011, attuata attraverso la fittizia sopravvalutazione delle rimanenze di fine anno, volta a consentire l’occultamento delle vendite effettuate. Grazie a tale condotta fraudolenta, le società hanno nascosto all’erario ricavi per oltre 13 milioni di euro e evitato di versare l’I.V.A per oltre 3,5 milioni di euro.
Il progetto criminale dell’imprenditore messinese prevedeva il graduale svuotamento dell’attivo della Margan S.r.l. artatamente veicolata verso il fallimento, grazie anche alla nomina – quale liquidatore – di un prestanome, un nullatenente “testa di legno”, sul quale far ricadere le responsabilità – sia penali che amministrative – conseguenti al preordinato fallimento della società.
I profitti realizzati dal Pesce con questa operazione sono stati investiti in prestigiosi beni immobili, tra i quali i due oggetto dell’ultimo sequestro.
La continua e costante lotta all’evasione da parte delle Fiamme Gialle continua attraverso il concreto ed effettivo recupero dei tributi evasi, attuato anche l’intervento sui patrimoni e sulle disponibilità economiche dei contribuenti, su cui applicare le misure ablative di garanzia dei crediti erariali.