Nell’ambito del Giorno della Memoria delle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice, il Comune di Milano ha organizzato l’incontro ‘1969 – 1980: gli anni del terrorismo a Milano’ al quale hanno partecipato, oltre alle autorità civili e militari, gli studenti del Liceo Virgilio, del Liceo Tito Livio e dell’Istituto Carlo Porta. Il Sindaco Giuliano Pisapia ha portato un saluto iniziale al quale è seguito l’intervento del prof. Andrea Saccoman dell’Università Bicocca.
L’incontro è proseguito poi con un dibattito tra i ragazzi, il Sindaco, il prof. Saccoman, Paolo Silva, vice presidente dell’Associazione Familiari Vittime di Piazza Fontana, Matteo Dendena, nipote di Francesca Dendena, Antonio Iosa e Maurizio Campagna dell’Associazioni Italiana Vittime del Terrorismo. All’iniziativa erano presenti anche numerosi familiari di vittime del terrorismo.
“E’ stato molto bello e interessante – ha detto il Sindaco durante il saluto iniziale – vedere riuniti nella Sala Alessi di Palazzo Marino, luogo simbolo della vita istituzionale e politica della nostra città, tante ragazze e tanti ragazzi per discutere, parlare, conoscere e ricordare la stagione terribile del terrorismo in cui donne e uomini hanno vissuto e subito in prima persona una violenza assurda e inaudita. Anche oggi stiamo vivendo un momento difficile per l’Italia a causa della crisi e alcuni fatti recenti dimostrano che, anche in un Paese civile e democratico come il nostro, c’è sempre il rischio che qualcuno cerchi di imporsi con la violenza e con la sopraffazione. E’ quindi importante ricordare – ha proseguito il Sindaco – come abbiamo fatto oggi tutte le vittime del terrorismo e impegnarci ogni giorno a non abbassare mai la guardia contro il ritorno di quel passato. Sono state proprio la presa di coscienza e la risposta consapevole di tutti gli italiani a isolare e sconfiggere chi voleva scardinare la Repubblica negli anni di piombo”.
“Da parte delle istituzioni e della politica – ha concluso Giuliano Pisapia – è necessario saper indicare la strada che non ci riporti indietro, ma che accompagni la società verso l’obiettivo del bene comune. I giovani hanno quell’ottimismo e quella voglia di fare propria della loro età e
rappresentano la migliore garanzia per un futuro diverso, un futuro di pace e di solidarietà”.