I prezzi al consumo crollano ai minimi da oltre tre anni ed e’ certamente un dato positivo se preso singolarmente. Purtroppo, pero’, il risultato di aprile e’ frutto di un contesto economico recessivo segnato da una crisi profonda e da un crollo senza precedenti dei consumi delle famiglie, che segnano quota -4,2% nel primo trimestre dell’anno.
Lo afferma, commentando il rapporto Istat, la Confederazione italiana agricoltori (Cia) che chiede la sospensione a giugno della rata Imu anche per i terreni agricoli, nonche’ lo stop all’umento dell’iva previsto per luglio.
Gli italiani – osserva l’associazione di categoria – spendono ormai oltre il 60% del loro reddito mensile solo per affrontare le spese obbligate, dalle utenze domestiche fino all’abitazione, che sia la rata del mutuo o il canone d’affitto.
E’ chiaro, quindi, che poi sono costretti a ‘tagliare’ su tutto il resto, anche sul cibo, tanto piu’ che al bancone del supermercato i listini degli alimentari rimangono molto ‘caldi’ (+2,7%ad aprile) e ben al di sopra del tasso d’inflazione (+1,1%). La conseguenza e’ che il numero delle famiglie che fa la spesa nelle ‘cattedrali del risparmio’ come discount e hard-discount e’ arrivato a 13,8 milioni – osserva la Cia – mentre sale al 29 per cento la percentuale di chi abbandona del tutto i marchi commerciali per prodotti ‘di primo prezzo’ e ‘no logo’, con cui si puo’ risparmiare una media di 3 mila euro all’anno.
La situazione del Paese richiede interventi urgenti – conclude la Cia – perche’ la ripresa economica dipende dallo ‘stato di salute’ delle imprese e dei consumi interni, che ora sono in condizioni critiche.
Per questo – conclude la Cia – il governo deve agire subito, cominciando proprio dalla sospensione della rata di giugno dell’Imu per prime case e beni strumentali all’attivita’ produttiva, come terreni e fabbricati rurali, e dallo stop all’aumento dell’Iva di luglio, che costerebbe agli italiani quasi un miliardo in piu’ solo per le spese alimentari.