“Ora si passi dalle parole ai fatti e si apra una fase nuova, basata sul confronto e la cooperazione”. Così Maurizio Bernava, segretario della Cisl Sicilia, a conclusione del direttivo delle federazioni della Funzione pubblica di Cgil Cisl e Uil nel quale è intervenuto il presidente della Regione. “A Crocetta riconosciamo che oggi, davanti a oltre 300 delegati sindacali, ha compiuto un atto di umiltà”, afferma Bernava. “Ha dichiarato, almeno a parole, una maggiore consapevolezza delle difficoltà strutturali della Regione e della fragilità dell’economia dell’Isola. E ha ammesso che c’è stato un ritardo nel confronto con le forze sociali. Per il settore pubblico, ha pure ammesso qualche errore in buona fede”. Così nel caso della rotazione del personale. Per la prima volta, continua il segretario, ha preso atto che la Regione da sola non ce la fa. E noi gliene diamo atto. Ma “ora il governo, con le forze sociali, costruisca una strategia contro l’emergenza e per il risanamento e lo sviluppo”. Per Bernava, che l’economia dell’Isola non regga, lo dicono tutti i principali centri di ricerca. “Ci aspettano altri due anni di recessione e calo dei consumi”, sostiene. “È da qui che il presidente deve partire, assieme al mondo del lavoro e dell’impresa. E ascoltando le indicazioni della Cisl, che ha imboccato da tempo la strada del coraggio e di scelte di responsabilità, nella verità”. “Noi – ricorda Bernava – i rischi dell’espansione senza fine del perimetro pubblico, li abbiamo denunciati e contrastati dal 2008, senza nasconderci dietro alle bugie”. È dalle pressioni e dalle proteste Cisl che nel 2008 è nata la legge con cui il governo Lombardo bloccò le assunzioni, ripete il numero uno del sindacato denunciando il “sistema clientelare che ha creato un debito insostenibile, con l’espansione senza controllo di Partecipate-colabrodo e di migliaia di precari”. Ora serve il confronto per “alzare un argine contro la politica dell’indebitamento, per riqualificare la spesa, per tagliare costi e sprechi. E per lanciare una strategia pluriennale di risanamento e sviluppo con poche priorità ma con tempi e atti amministrativi predefiniti”. Anche perché, aggiunge Bernava, “il presidente non troverà mai nell’Ars una consapevolezza della crisi analoga a quella che ha trovato tra i lavoratori”.
Quanto alla pubblica amministrazione, il segretario sottolinea l’urgenza di “un piano di riorganizzazione e miglioramento dei servizi pubblici, che devono produrre reddito e costare meno attraverso la riduzione del ricorso alle attività esterne e l’ottimizzazione dell’impiego delle risorse umane”. È vero che i precari sono tanti, ammette Bernava, ma “la priorità è renderli produttivi, stabilizzarli impiegandoli in modo più produttivo. Perché è anche vero che senza i precari, il settore pubblico non funzionerebbe”. Insomma, “Crocetta apra una stagione nuova dando solide basi sociali a un governo di vero cambiamento”.