L’Amministrazione di una qualsiasi Città civile, sia essa Milano, Roma o Messina, non può prescindere dal garantire la piena integrazione di tutti i cittadini a prescindere dall’appartenenza di questi ultimi a qualsivoglia “categoria”; in tal senso non fanno eccezione i cosiddetti PORTATORI DI HANDICAP, ribattezzati secondo una modalità “politicamente corretta” diversamente abili. Il grido che giunge a noi da diverse persone è quasi univoco “alle prossime amministrative del 9 e 10 giugno concorreranno un cospicuo numero di liste con i relativi candidati alla carica di Sindaco, Consigliere Comunale, Presidenti di Circoscrizione: ma l’argomento “vivibilità e mobilità sostenibile” dal punto di vista dell’integrazione delle categorie protette sembra essere stato dimenticato! Soprattutto da chi ha gestito l’Amministrazione Pubblica della nostra Città fino a ora!!!”. Diciamo subito che esistono una miriade di leggi, regolamenti, decreti nazionali e regionali atti a disciplinare una serie d’interventi necessari per rendere la vita dei diversamente abili allo stesso livello, in termini di possibilità di accesso ai servizi ed alle strutture private e pubbliche, di quella di tutti gli altri cittadini. Il problema più grosso, forse il più grave, sta nel fatto che proprio lo Stato, nel nostro caso l’Amministrazione della Città, è il primo a disattendere le proprie leggi. Prendiamo un esempio, forse il più eclatante, sempre segnalatoci da alcuni portatori di handicap: Il Palazzo di Giustizia di Messina. Esso è un catalogo completo di barriere architettoniche in cui, al di là di ogni vincolo di tipo storico – artistico esistente, ci sarebbe (ahinoi il condizionale) stato l’obbligo di renderlo accessibile a tutti e cosi non è. L’incredibilità della situazione viene esaltata dal fatto che esso è il luogo, per definizione, deputato al rispetto delle leggi, dell’Uguaglianza e della Giustizia. Altro sito dall’accessibilità “problematica” dal punto di vista dei disabili, è l’Università degli Studi di Messina: nessuna Facoltà ha apportato modifiche tali (rampe di accesso, servizi igienici sanitari, ascensori a norma) da non ledere il diritto allo Studio oltre che il diritto al lavoro. Così come non esistono agli incroci stradali i semafori audio – supportati e le guide stradali lungo i marciapiede in tutte le strade della città per i non vedenti. In questo contesto, trattandosi di opere di interesse pubblico e comunque aperte al pubblico si devono inserire anche i lidi balneari titolari di licenza comunale. Non è un segreto che nelle spiagge sia libere che concesse in gestione non esista NESSUNA possibilità per i portatori di handicap di avvicinarsi al mare. Insomma che sia un edificio, un locale privato o un mezzo di trasporto pubblico in questa città le leggi che regolano la rimozione delle barriere architettoniche sono state tutte regolarmente disattese. I riferimenti normativi a cui si doveva fare attenzione sono molteplici e vanno dalla legge n. 118 del 30 marzo 1971 che fissava le regole generali a cui dovevano uniformarsi gli enti pubblici nella progettazione e realizzazione di edifici e le modifiche da apportare ai mezzi di trasporto sia su gomma che su rotaia per la mobilità di persone con limitate o nulle capacità di deambulazione, visive, ecc., al decreto legislativo n. 503 del 1996 dove si stabiliscono i criteri per l’adattamento degli edifici pubblici o aperti al pubblico per agevolare la mobilità dei portatori di handicap.
Il MoVimento 5 Stelle Messina si propone di agire in decisa controtendenza rispetto a quanto finora realizzato dalle amministrazioni comunali in termini di attuazione delle normative vigenti per rendere la vita pubblica dei diversamente abili eguale, nei diritti, a quella degli altri loro concittadini, ricordando quanto accaduto e da noi ampiamente denunciato negli ultimi mesi in merito ai parcheggi dei disabili. A tal proposito basti ricordare come una determina comunale preveda che «il costo relativo alla realizzazione e alla manutenzione della segnaletica stradale, sia verticale che orizzontale, di individuazione e delimitazione dello spazio di sosta, nonché le relativa rimozione sono a totale carico del beneficiario». Non bisogna aggiungere altro. Ora bisogna cambiare!