In Italia circa il 75,8% dei Comuni presi in esame da Legambiente conosce il numero dei cani iscritti nel 2011 all’anagrafe canina, mentre il 55,1% ha censito le strutture dedicate agli animali d’affezione e dispone sul territorio di strutture per ospitare cani vaganti. A rilevarlo e’ la seconda edizione del ‘Rapporto Animali in citta”, l’indagine di Legambiente dedicata ai servizi e alle attività dei Comuni capoluogo di provincia per la tutela e la gestione degli animali, realizzata attraverso un questionario inviato a 104 Amministrazioni comunali e a cui hanno risposto 87 Comuni, circa l’83,6%.
Dall’indagine, presentata questa mattina a Firenze in occasione di Terra Futura, emerge un quadro di luci e ombre.
Il 65,5% dei capoluoghi ha poi un piano di tutela e controllo delle colonie feline ed il 68,9% consente ai cittadini di viaggiare sui mezzi pubblici con i propri animali. Sono, invece, troppo pochi i Comuni che realizzano campagne d’informazione sull’anagrafe canina e attivita’ di promozione della microchippatura, fondamentali per ridurre significativamente il rischio di abbandono e calibrare al meglio i servizi offerti sulla base del numero degli animali presenti in citta’. Solo il 43,6% ha, infatti, realizzato nel 2011 campagne d’informazione sull’anagrafe canina e il 48,2% ha promosso attivita’ di microchippatura. Ed ancora solo il 45,9% ha un apposito nucleo di polizia municipale per la vigilanza della corretta gestione degli animali in citta’.
Negativi i dati sulla conoscenza della biodiversita’ animale in citta’: solo il 26,4% la conosce e puo’ quindi gestire al meglio aree verdi urbane e prevenire zoonosi e/o conflitti con altre attivita’ cittadine.
”Anche in questa seconda edizione di Animali in citta’ – dichiara Antonino Morabito, responsabile nazionale Fauna e Benessere animale Legambiente – non abbiamo stilato una classifica dei Comuni, ma abbiamo individuato le Amministrazioni che offrono ai cittadini e ai loro fedeli amici servizi di qualita’ e posto in evidenza le esperienze piu’ strutturate che possono essere da esempio per altri municipi. Tra i capoluoghi di provincia che si distinguono per le buone pratiche a tutela e difesa degli amici a quattro zampe dal rapporto emergono, oltre Genova, Parma, Prato e Pordenone, anche le citta’ di Padova, Forli’ e Ferrara per informazione e servizi offerti tramite sito istituzionale, Ravenna per la conoscenza della biodiversita’ animale in citta’, Udine, Cremona e Torino per la pluralita’ dei servizi e Pesaro per l’esperienza dei cani di quartiere”.