DA FALCONE A PINO PUGLISI, UNA LEZIONE DA NON SCORDARE

La “straordinaria coincidenza” tra l’anniversario della strage di Capaci e la beatificazione di padre Pino Puglisi è, per la Cisl Sicilia, l’elemento più significativo della ventunesima ricorrenza dell’esplosione che alle 17,58 del 23 maggio 1992, mise fine alla vita del giudice Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo, dei tre agenti della scorta: Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro. Il 23 maggio ricorre l’anniversario della strage, sabato 25 maggio padre Puglisi sarà proclamato beato, primo martire della Chiesa per fatti di mafia. Un’eccezionale coincidenza, scrive in una nota la Cisl, ricordando “quegli eroi dell’impegno quotidiano, responsabile, coerente, trasparente, per la legalità e il bene della comunità”. È questo, sottolinea Maurizio Bernava, segretario generale, il tratto che accomuna figure come Falcone, padre Puglisi, Paolo Borsellino. È questa l’eredità che ci hanno lasciato. Una lezione che fa riflettere. E che contiene un monito che la Sicilia e il Paese, non devono scordare. “È l’azione quotidiana, chiara, lineare, responsabile, senza tentennamenti, il contributo più importante che ciascuno, nel proprio ruolo, può dare alla ricostruzione della comunità”. “La simbologia dell’antimafia, è altro”, sottolinea la Cisl. Talora, “retorica debole”. Invece il lavoro quotidiano, concreto, determinato al servizio della comunità, è "la testimonianza che ci piace ricordare, di uomini che hanno lasciato un segno di civiltà nella storia della Sicilia e del Paese”. Tant’è che l’Isola che si svegliò dopo la stagione delle stragi, era una Sicilia diversa: “meno omertosa e più sensibile alla cultura e ai temi della legalità”, osserva la Cisl. “Meno chiusa in sé e più aperta a una prospettiva di sviluppo civile”. In questo senso, le stragi del 1992 non sono state inutili. Tutt’altro, scrive il sindacato. Hanno consentito di girare una pagina della storia siciliana e non solo, e di aprirne un’altra. Hanno gettato le basi di una svolta etica, civile, culturale, per la quale “non possiamo che dire grazie – ripete Bernava – a martiri come Falcone, Borsellino, padre Puglisi”. Ma una svolta per la quale, per il sindacato, "sono necessari investimenti lungimiranti nell’educazione alla legalità e nella formazione permanente, dei giovani e non solo”.