Non con Enzo Garofalo ma dentro il centrodestra. Dentro il centrosinistra ma non col Partito democratico di Felice Calabrò. Per aiutare Francantonio Genovese ma non forever. E comunque domani per Messina è un altro giorno e quindi domani si cambierà Comune, magari grazie ai grillini di Maria Cristina Saija. Ecco sunto della campagna elettorale messinese: l’etica, la promessa, la bugia. Ma sarebbe forse ora che anche nella città degli angeli, oltre che dei demoni, tutte le correnti e micro correnti che si sono formate e ancora si stanno formando adottino lo stratagemma per semplificarci almeno la vita: poiché si tratta di formazioni che fanno capo a una o due persone, che si sveli apertamente il gioco una volta per tutte e ognuno firmi il suo partitino con la sua sigla personale, con firma autografa in stilografica o bic a seconda delle preferenze e buona pace di noi poveri elettori chiamati a decidere le sorti cittadine. Sempre se i conti di Palazzo Zanca tornano in chiaro dopo mesi di polemiche. Rinnovarsi senza rinnovare le truppe, rivoluzionare la politica con i normalizzatori, risanare con i predoni, disposti a dialogare con tutti, ma con la gente, non con i partiti. In effetti sarebbe opportuno che tutti la smettessero di fare casini con gli slogan e dialogassero appunto non con i partiti, che presumibilmente sono sotto scacco al primo voto utile, ma appunto con la “gente”. E spiegassero alla “gente” – quella che vota e quella che forse volgerà all’astensionismo – qual è il senso di una nuova classe dirigente che oggi sta da una parte, domani forse virerà nel Megafano, e soprattutto allungherà la lista delle consultazioni obbligatorie ogni qual volta c’è da prendere una decisione in… Comune, costringendo ancora più a presentarsi col pallottoliere nella mano sinistra e una scatola di tranquillanti nella destra. Sarebbe davvero utile che finalmente lo “spaccalleanze” Renato Accorinti dialogasse con la “gente” per spiegare il trionfo di un movimento benedetto dal SISTEMA che la sua microformazione porterà a Palazzo Zanca e nel futuro luminoso della Politica messinese, in templi di popolarità pressoché nulla. A Noi questa invasione di campo che cerca di restituire a una città la sua dignità sembra così falsa che più falsa non si può.