Ci sono le condizioni per chiudere la procedura per deficit eccessivo dell’Italia, e la Commissione europea formalizzerà tale richiesta mercoledì, in occasione della presentazione delle raccomandazioni specifiche per paese. La bozza che circola in queste ore a Bruxelles conferma una decisione nell’aria: da tempo voci sempre più insistenti volevano la richiesta della chiusura del dossier aperto a carico del nostro paese.
Che la strada fosse in discesa si era già capito quando l’esecutivo di Bruxelles aveva presentato le previsioni economiche di primavera: in quell’occasione le proiezioni del deficit per l’Italia erano state date sotto la soglia del 3% del Pil (2,9% per l’anno in corso, 2,4% per il 2013), condizione fondamentale per poter procedere alla chiusura della procedura. In questo modo l’Italia avrà la possibilità di spendere in investimenti per la crescita. La decisione sarà ufficializzata mercoledì, e le autorità italiane aspettano quel giorno per esprimersi. Ottimismo contenuto, prevale la linea del ‘no comment’. Chi invece non aspetta è Gianni Pittella (Pd/S&D), vicepresidente del Parlamento europeo.
”L’annuncio della Commissione – sostiene – dà maggiore forza al nostro governo per chiedere una revisione nell’applicazione del fiscal compact”, vale a dire il patto di bilancio europeo. Tale patto, continua Pittella, ”non dovrà tenere conto nel calcolo del deficit degli investimenti destinati a creare occupazione”, nel rispetto di quella ‘golden rule’ o ‘regola aurea’ su cui tanto ha insistito il governo Monti negli scorsi mesi.
Se tutto va bene l’Italia dovrebbe vedersi chiudere la procedura prima della pausa estiva: la richiesta necessita dell’approvazione del consiglio Ecofin, e le riunioni utili dei ministri dell’Economia e delle Finanze dei Ventisette sono in programma il 21 giugno il 9 luglio.
Per l’Italia resteranno comunque i ‘compiti a casa’. Nella bozza di documento contenente raccomandazioni che saranno formalizzate mercoledi’, si richiede al nostro paese di continuare sulla via delle riforme e con le politiche di risanamento dei conti pubblici. Si chiede quindi di rendere piu’ efficiente la pubblica amministrazione, alleggerire la pressione fiscale per le imprese, intervenire sul mercato del lavoro lasciando piu’ spazio alla contrattazione aziendale, e aprire a maggiore concorrenza il mercato nazionale dei servizi. Infine si richiedono alle autorita’ italiane misure per rendere piu’ efficiente il sistema bancario.