Salvare Palazzo Zanca dal dissesto? Sarebbe meglio lasciar perdere. Ci siamo infilati in un tunnel pericoloso e oggi piangere sul latte versato è tardi. Se poi a invocare la salvezza sono gli stessi che hanno contribuito al dissesto ci sembra offensivo. Il Comune di Messina è in rosso per colpa di maldestri amministratori non per sfortunate coincidenze. L’appello di alcuni candidati a sindaco suona sinistro: vogliono salvare se stessi da eventuali richieste risarcitorie da parte della Corte dei Conti. Ma, perchè Messina dovrebbe lasciar perdere nei loro confronti? Hanno creato false aspettative e procurato disagi nei servizi offerti. Spesso abusato della loro posizione per favorire persone vicine alla loro segreteria. Un malcostume politico – amministrativo che l’elettore messinese non deve far passare in secondo piano ma punire nell’urna. I debiti di Palazzo Zanca sono tanti e tali che difficilmente il dissesto potrà essere evitato e dunque coloro che hanno contribuito a crearlo devono pagare dazio. Se ciò non avvenisse sarebbe la conferma che nello Stretto non esiste una Legge uguale per tutti. Dopo anni di proclami, di passerelle, di annunci – effetto che non hanno prodotto nulla se non lo spreco di risorse economiche e umane i nodi sono puntualmente arrivati al pettine: nel fare le pulci alle diverse voci di Bilancio prese dall’amministrazione comunale, i controllori avrebbero scoperto alcune "gaffes" e alcune operazioni sospette. Conti in rosso ma anche complicità. A una settimana dal voto per scegliere il nuovo sindaco della città la vicenda “dissesto” sarebbe stata accolta da alcuni candidati, a quanto si dice, con molta permalosità. E lo comprendiamo bene, visto che se arriva la Legge a fare chiarezza, qualcuno, più di uno, si brucerà le mani. E il voto? Non pregiudicherà l’eventuale cartello di centrodestra guidato da Enzo Garofalo. Ma certo, gli errori della precedente Giunta non aiuteranno l’immagine del candidato – sindaco dato che molti degli ex assessori sono in prima linea nel sostenerlo: che farà Garofalo nel caso in cui da sindaco di Messina dovesse costituirsi in giudizio? Boh! Al di là delle diverse previsioni di buco nelle casse di Palazzo Zanca appare ormai scontato che sul fronte delle aziende collegate con il Comune c’è da riformare tutto e che in alcuni casi, le azioni di responsabilità vanno fatte partire al più presto. Nessuno è in grado di dire se effettivamente ciò penalizzerà la caccia al voto di Garofalo, certo è che i cittadini non possono far finta di nulla. Come si potrà ridare fiducia a un cartello che ha dimostrato leggerezza nell’amministrare, se non peggio? Comunque vada a finire il 9 e 10 giugno si annuncia l’ennesima stagione amara per i contribuenti messinesi.