Renato Accorinti, colui che ha ostacolato in tutti i modi la costruzione del Ponte sullo Stretto, si candida quale sindaco della città di Messina. Il "professore con la barba" è tra coloro che hanno fatto della battaglia "No Ponte" una ragione esistenziale; le stesse persone che quando il progetto sembrava prendere corpo, si facevano riprendere dalle televisioni nazionali con magliette e bandiere inneggianti al famoso slogan contrario al Ponte.
Cosà avrà pensato il Governo di Roma, davanti a certe immagini? Probabilmente si sarà convinto che erano gli stessi messinesi a non volere l’imponente infrastruttura. Tuttavia la realtà è ben diversa: la maggioranza degli abitanti di Messina era favorevole alla sua costruzione e i sostenitori del movimento "No Ponte" rappresentavano una minoranza; compatta e agguerrita se vogliamo, ma pur sempre una voce minoritaria.
Il risultato lo conosciamo tutti: il Ponte sullo Stretto è stato accantonato e l’omonima società che si stava occupando della parte progettuale ha cessato di esistere. Intanto la città di Messina è ormai vicinissima alla bancarotta, e il settore che trascinava l’economia peloritana, ovvero l’edilizia, sta attraversando una crisi senza precedenti. Il ponte rappresentava una possibilità concreta di rilancio per tale settore.
La città di Messina è stata privata di una concreta possibilità di salvezza per rilanciare l’edilizia e di conseguenza tutta l’economia peloritana; poco importa al prof. Accorinti, che probabilmente starà tuttora gongolando per la vittoria del suo slogan "No Ponte". Da messinese lo ritengo (seppur parzialmente) responsabile dell’assoluta mancanza di prospettive economiche per la mia città, e spero che tutti messinesi si ricordino che Renato Accorinti è colui che ha smaterializzato il Ponte e con esso le ultime speranze di rilancio per la città.
Fabrizio Vinci – MESSINA