Il mercato auto di maggio – i cui dati sono stati diffusi oggi dal Ministero dei Trasporti – con le sue 136.129 targhe, fa registrare un -7,98% rispetto a maggio del 2012.
“Alcuni per maggio avevano pronosticato un recupero, ma così purtroppo non è. E i primi cinque mesi del 2013 segnano un –11,3% rispetto al pari periodo dello scorso anno. E peggiorare i dati del 2012 sarebbe una tragedia per la filiera italiana dell’automotive che ha bisogno di provvedimenti immediati del Governo, sulla traccia di quelli appena varati per l’edilizia. Il nostro settore è come fosse stato colpito da un forte terremoto.” Questo il pensiero di Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, l’associazione che rappresenta i concessionari di auto, veicoli commerciali, camion e autobus di tutti i brand commercializzati in Italia. “Rammento a tutti che lo scorso anno è stato un disastro e quest’anno, proiettando la tendenza dei primi cinque mesi, potrebbe segnare un mercato a 1.200.000 pezzi: rivolgiamo perciò un appello immediato al Governo Letta per studiare insieme a noi e ai Costruttori dei provvedimenti che possano ampliare il mercato. Più auto vendute – ha proseguito il presidente di Federauto – significano più fatturati, un circolante meno inquinante e più sicuro, più produzione anche nella componentistica, minor ricorso agli ammortizzatori sociali e più posti di lavoro. Ma il primo beneficiato sarebbe lo Stato che, se riuscissimo a riportare il mercato a 2.000.000 di pezzi – la media degli ultimi 5 anni – introiterebbe 3,3 miliardi di euro aggiuntivi dalla sola Iva, cui si aggiungerebbero diversi milioni di euro da altre tasse quali bollo, IPT”.
Conclude Maurizio Spera, presidente dei concessionari Volkswagen-Audi: “Oltre a provvedimenti per i marchi generalisti, che si devono tradurre anche in un abbattimento della pressione fiscale su chi acquista e utilizza un autoveicolo, servono misure per rilanciare i marchi premium. Penso alla revisione della fiscalità delle auto aziendali, o al credito di imposta per le auto acquistate dalle partite IVA e all’abolizione del superbollo per le auto prestazionali.”
Federauto nei giorni scorsi ha chiesto un incontro urgente al Governo Letta per discutere sulla grave crisi che attanaglia la filiera dell’automotive italiana. Una colonna portante della nostra economia poiché rappresenta l’11,4% del PIL, 16,6% delle entrate fiscali nazionali, 1.200.000 occupati fra diretto ed indotto allargato”.