"E’ l’ora di smettere ogni spirito di contrapposizione gli uni verso gli altri. E’ l’ora di smettere di criticarci vicendevolmente e di porre veti incrociati. E’ l’ora di smettere di sospettarci a vicenda, come se il primo dovere civico di ciascuno fosse di pensar male delle intenzioni altrui. Questo modo di pensare uccide la fiducia e paralizza qualsiasi sviluppo, personale e sociale". Così il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei e arcivescovo di Genova, nell’omelia pronunciata questa mattina presso il Santuario di N.S. della Guardia, in occasione del pellegrinaggio del mondo del lavoro. Il porporato ha poi aggiunto che "e’ l’ora di smettere di volerci attribuire il merito di ogni idea buona, di ogni opera riuscita. La vanita’ infantile di emergere sugli altri e apparire i migliori della citta’ porta a non riconoscere le idee e le capacita’ degli altri, a non collaborare, a trovare ogni appiglio per bloccare ogni possibile prospettiva. E’ l’ora di smettere di impuntarci per far vedere chi siamo e che contiamo. Nessuno, per affermare il proprio potere, deve fermare o rallentare i progetti per il bene comune. Anche le leggi e le normative devono essere applicate con buon senso. E’ l’ora di smettere di opporci – ha proseguito il cardinale Bagnasco – per nascondere le nostre pigrizie o i nostri tornaconti che, se venissero fuori, ci farebbero vergognare. E’ l’ora di smettere di denigrarci e diffondere veleni, creando un’aria cupa e irrespirabile. Cio’ non fa bene alla gente, alla citta’, al paese. Chi semina vento – ha sottolineato – raccogliera’ tempesta e questa non risparmiera’ nessuno. A chi giova infangare tutto e tutti, come se dietro ad ogni angolo si nascondesse il peggio?".