"La nostra preoccupazione è alta e cresce ora dopo ora: l’aumento dell’Iva sarebbe inaccettabile e il Governo non può liquidare la questione dicendo che manca la copertura finanziaria. La scadenza del primo luglio, quando l’aliquota salirà dal 21 al 22%, è nota da tempo ed è pertanto assurdo accorgersi solo ora che servono risorse per evitare la stangata fiscale".
Così il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, torna sulla questione Iva dopo le dichiarazioni del viceministro dell’Economia, Stefano Fassina, secondo cui "il Governo sta lavorando ma la coperta è corta. Questo ulteriore inasprimento tributario rappresenterebbe, specie sul piano psicologico, un colpo per i cittadini e le imprese. Il contraccolpo sull’economia, sia per quanto riguarda i consumi sia sul versante delle entrate erariali, sarebbe ben più rilevante del presunto gettito aggiuntivo teoricamente garantito dall’aliquota più alta. Altro che 4 miliardi in più nelle casse dello Stato: il rischio è che il buco nei conti pubblici arrivi a sfiorare i 10 miliardi senza contare gli effetti negativi sulle vendite al dettaglio" osserva il presidente di Unimpresa. Se la coperta è corta non si possono chiedere ancora sacrifici ai contribuenti aggiunge Longobardi.