Cresce la spesa low cost nel 2013. Le famiglie italiane inseguono sempre di piu’ risparmi e promozioni: 3 su 5 hanno provato almeno una volta i discount nel 2013. La recessione ha ormai radicalmente alterato le abitudini al supermercato: gli italiani fanno economia e cosi’ nei primi quattro mesi di quest’anno sono cresciuti dell’86% rispetto al 2012 gli acquisti di offerte speciali. Aumentano le persone che fanno shopping ”per mangiare” nei negozi ”a basso costo”. Dagli alimenti alle bevande, ma anche prodotti per la casa e abbigliamento, gli sconti fanno gola a tutti e sono la risposta fai-da-te delle persone alla crisi. Questo il risultato di un rapporto del Centro studi Unimpresa, che ha condotto un’analisi a campione tra i 18mila esercizi commerciali associati. Nel carrello della spesa degli italiani, secondo quanto emerge dalla ricerca di Unimpresa, finiscono con sempre maggiore frequenza rispetto al passato prodotti offerti sugli scaffali con sconti, specie quelli con ribassi dei prezzi superiori al 25-30% rispetto al listino ufficiale. Lo studio conferma e mette in luce una tendenza in atto da tempo, peraltro gia’ rilevata lo scorso anno dall’associazione. Confermato il dato più rilevante, secondo cui l’attenzione alle offerte speciali porta i consumatori a fare una vera e propria ”incetta” di beni a basso costo: i cittadini sono diventati super esperti dei volantini, puntano le promozioni e nelle buste della spesa finisce solo quanto è proposto in offerta, mentre restano sugli scaffali dei supermercati e dei piccoli negozi su strada tutti gli altri prodotti. Tutto cio’ con inevitabili conseguenze negative sui ricavi degli esercenti: secondo prime stime l’impatto sui conti potrebbe arrivare ad avere un’incidenza del 45-50%. Elemento che aggraverebbe un quadro gia’ profondamente depresso: del resto, nel 2012 i consumi sono scesi del 4,3% precipitando al livello del 2001. E quest’anno il ritmo e’ altrettanto negativo: ad aprile e’ stata registrata una contrazione del 3,9% su base annua e a fine 2013 potrebbe essere ancora piu’ alta la percentuale del calo. ”Questa situazione di grave emergenza potrebbe essere appesantita ancora di piu’ dall’aumento dell’Iva dal 21 al 22% previsto per il 1 luglio. Lanciamo l’allarme rosso: l’inasprimento tributario rischia di far chiudere a catena i piccoli negozi e anche la grande distribuzione organizzata, gia’ colpita dalla bufera economica, potrebbe accusare un colpo tremendo”, dice il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi. ”Per l’Iva – aggiunge Longobardi – si prospetta un rinvio di tre o sei mesi ma sarebbe il solito pannicello caldo su un Paese che sta morendo: non c’e’ bisogno di terapie del dolore, ma di una cura da cavallo per far ripartire l’economia. Giu’ le tasse, subito. Senza indugi o tentennamenti di sorta. Il Governo di Enrico Letta non puo’ perdere altro tempo”.