Condannato per aver avuto rapporti sessuali a pagamento con la Ruby quando la giovane marocchina era ancora minorenne. E condannato pure per aver tentato di ‘insabbiare’ tutto ciò attraverso pressioni effettuate sugli agenti di polizia in servizio alla Questura di Milano. Persuadendoli, con un telefonata effettuata nella notte tra il 27 e 28 maggio 2010, che la stessa Ruby, fermata poche ore prima da una volante per il furto di 3 mila euro, fosse da ‘nipote di Moubarak’. E perciò da affidare a Nicole Minetti, e non in una comunità per minori come nel frattempo aveva disposto il magistrato di turno, per scongiurare il rischio di un incidente diplomatico Italia-Egitto. Il Tribunale di Milano ha giudicato Silvio Berlusconi colpevole per tutti i due reati contestati dalla Procura all’ex premier: concussione e prostituzione minorile. Ma, con un colpo di scena, lo hanno condannato a 7 anni di carcere. Un anno in più rispetto alle richiesta della pubblica accusa che puntava a 6 anni di condanna. Non solo: il collegio presieduto da Giulia Turri ha anche disposto l’inderdizione perpetua dai pubblici uffici per il leader del Pdl. ”E’ una sentenza al di fuori della realta’ e al di fuori degli atti processuali”, e’ il commento a caldo di Niccolo’ Ghedini, avvocato difensore di Berlusconi, che parla di ”sentenza larghissimamente attesa”. Salgono cosi’ a 4 i verdetti di condanna emessi a carico dell’ex presidente del consiglio da 4 diversi tribunali (4 anni in primo primo grado, poi confermati in appello, per la vicenda dei diritti tv di Mediaset, 1 anno in primo grado per il caso dell’intercettazione Fassino-Consorte e, appunto, 7 anni per il caso Ruby). E si allunga anche l’elenco dei reati per cui l’ex premier e’ stato giudicato colpevole: alla frode fiscale e al concorso in rivelazione di segreto d’ufficio si aggiungono, da oggi, anche concussione e prostituzione minorile. Tutti reati commessi da Berlusconi in diversi momenti della sua carriera politica. La sentenza di primo grado del sexygate tutto italiano arriva dopo 26 mesi dall’avvio delle indagini ed e’ l’epilogo di un processo penale celebrato con rito immediato (vale a dire senza la fase di udienza preliminare) nel giro di 50 udienze. Per Berlusconi, e’ solo l’ultima (in ordine di tempo) grana giudiziaria a sfondo sessuale: per primo scoppio’ il caso Noemi Letizia, la minorenne di Casoria raggiunta dall’allora premier in occasione del suo 18mo compleanno, successivamente quello di Patrizia Daddario, l’escort barese che ha ammesso di aver avuto rapporti sessuali con l’allora presidente del consiglio nella residenza romana di Palazzo Grazioli, con un racconto denso di particolari come quello sul letto donato all’ex premier da Vladimir Puntin. La condanna di Berlusconi nel processo Ruby rappresenta un punto a favore della Procura di Milano. Non a caso, in aula al momento della lettura della sentenza era presente il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati. Una presenza inusuale, la sua, con ogni probabilita’ servita a evidenziare che, sul processo Ruby contro Berlusconi, la magistratura inquirente milanese ci ha messo la faccia.