Consumatori, Italia maglia nera d’Europa per mutui e prestiti

Dopo il leggero calo di dicembre 2012 rispetto alla precedente rilevazione, torna a crescere il differenziale di tasso tra prestiti offerti in Italia e quelli offerti in Eurolandia, mentre cala leggermente quello sui mutui. E’ l’allarme lanciato dal presidente di Adusbef Elio Lannutti e il presidente di Federconsumatori Rosario Trefiletti che hanno analizzato i dati forniti da Bankitalia e Bce aggiornati a maggio 2013, secondo cui per i mutui, il differenziale è passato da 119 punti base di dicembre 2012, a 114 di maggio 2013, e per i prestiti il differenziale è salito da 152 p.b. di dicembre ai 163 di maggio 2013. A esempio, spiegano Trefiletti e Lannutti, a maggio 2013 un mutuo di 100mila euro a 30 anni vede il mutuatario italiano pagare una rata mensile di 66 euro più alta del mutuatario di Eurolandia (792 euro in più all’anno). A conclusione del mutuo, avrà pagato 23.760 euro in più di un cittadino dell’area Euro, differenziale cresciuto rispetto ai 23.040 euro della rilevazione di aprile. Per lo stesso mutuo ma a 20 anni, alla fine il mutuatario italiano avrà pagato 14.400 euro, differenziale in crescita rispetto ai 13.912 euro in piu’ della rilevazione di aprile. Le nostre banche continuano ad approfittare del basso livello dell’Euribor per i tassi variabili ed Eurirs per i tassi fissi (in leggera crescita negli ultimi giorni) per imporre spread altissimi sui mutui. Le associazioni dei consumatori sottolineano inoltre che nonostante tassi di interesse piu’ alti della media Ue, le banche non erogano piu’ mutui neanche con le garanzie ipotecarie e la certificazione dei redditi che consentono la restituzione, facendo cosi’ crollare il mercato immobiliare, che secondo le ultime indagini Istat hanno registrato un calo del 37,4 % i mutui, del 22,6 gli immobili venduti nel 2012 rispetto all’anno precedente. Lo scorso anno infatti gli atti dei notai per mutui, finanziamenti ed altre obbligazioni con ipoteca immobiliare stipulate con banche o soggetti diversi sono stati 262.470 contro i 419.440 del 2011. La tendenza è proseguita nel corso di tutto l’anno e nel IV trimestre la diminuzione è stata del 30,6%. Ma a dare le dimensioni del trend del mercato immobiliare è il raffronto con il non lontano 2006 quando i mutui con costituzione di ipoteca immobiliare furono 579.083: lo scorso anno sono stati meno della metà (-54,7%). Se il governo non pone al centro dell’azione la questione bancaria eliminando o riducendo la speculazione su tassi, prestiti, costi e condizioni, imponendo agli istituti di credito la loro mission di sana e prudente intermediazione creditizia al servizio dell’economia, invece di impiegare 265 miliardi di euro di prestiti triennali Bce al tasso dell’1% per incrementare il portafoglio dei titoli di Stato, – concludono i presidenti Adusbef e Federconsumatori – non allontanerà la recessione e neppure l’uscita ordinata dalla crisi.