Imprese alla canna del gas e soldi, tanti soldi, fermi nei cassetti della Regione. L’ennesima notizia beffa rimbalzata sui media fa sobbalzare dalla sedia i deputati del Movimento cinque Stelle all’Ars che si sono attivati subito per scrivere una interpellanza e convocare l’assessore alle attività produttive a riferire in Aula sulla vicenda. Secondo quanto riportato oggi da una testata on line, infatti, la Regione avrebbe pronti da spendere 80 milioni di euro per i cosiddetti contratti di sviluppo finanziati con fondi comunitari e finora rimasti solo sulla carta. E questo perché non sarebbero mai stati approntati i relativi bandi. A fare le ragnatele in un cassetto, secondo la testata, sarebbero pure 50 milioni di euro destinati alla zona franca di legalità della Sicilia centrale, ovvero di Caltanissetta e delle aree limitrofe.
“I ritardi burocratici – afferma il capogruppo M5S, Giancarlo Cancelleri – stanno ammazzando le nostre imprese. Oramai fare l’imprenditore, il commerciante, l’agricoltore, l’allevatore o in generale buttarsi nel mondo del fare impresa, assomiglia più ad un atto eroico che a una semplice possibilità di crearsi e garantirsi un futuro. Indigna però sapere che chi mette i bastoni fra le ruote delle aziende siciliane è proprio chi dovrebbe garantirle e supportarle e cioè l’amministrazione regionale, la diabolica burocrazia che blocca tutto e lascia 130 milioni di euro in un cassetto mentre le aziende affannano e muoiono, chiudendo e mettendo in strada i lavoratori”. Per il capogruppo Cinque stelle è assurdo che episodi del genere si ripetano con preoccupante continuità senza che nessuno paghi. Appena una settimana fa il Movimento 5 Stelle aveva raccolto l’allarme lanciato da 1184 imprese, cui un banale guasto informatico aveva bloccato i fondi del credito di imposta.
“E’ la solita storia”, osserva Cancelleri. “Non è possibile che chi non opera per garantire futuro e appoggio alle imprese non rischi mai nulla. Chi ha responsabilità paghi. E’ inammissibile che a pagare siano sempre e solo cittadini e imprese”.
I ritardi della Regione rischiano di creare sconquassi soprattutto per la zona di Caltanissetta, l’unica area rimasta fuori dalle zone franche urbane.
“La settimana scorsa – racconta Cancelleri – sono state ufficializzate le zone franche urbane che erano state definite nel 2008 sulla base di parametri che avevano individuato alcune località in difficoltà. Caltanissetta, in virtù di quei parametri, era stata esclusa perché virtuosa. Oggi, purtroppo, le cose sono cambiate, e di parecchio. La zona centrale della Sicilia sta annaspando con fortissime difficoltà e le aziende chiudono per mancanza di soldi. La zona franca della legalità, sbandierata come la possibilità di uscire dalla crisi per le aziende operanti nella zona del nisseno, è di fatto ferma al palo, ma sapere che non parte perché i soldi sono bloccati per un intoppo burocratico e sarebbero immediatamente utilizzabili fa gridare allo scandalo, oltre ad alimentare un’enorme rabbia”.