La rada San Francesco ancora ostaggio degli approdi e il miraggio lontano di una promenade all’altezza dello scenario naturale che offre lo Stretto di Messina. Una città costretta a subire silenziosamente la presenza del gommato pesante fin dentro il proprio “cuore” e stanca di un’attesa beckettiana del famigerato porto di Tremestieri. Il collegamento tra l’isola e il continente giorno dopo giorno sempre più assente. Le tragedie che si perpetuano con cadenza tristemente regolare; l’ultima affonda le sue mani nella vita di una bimba di 9 anni – tragedia di cui siamo tutti colpevoli finché assisteremo immobili dinanzi a questo stato di cose.
Questo il breve intervento congiunto del Portavoce deputato all’ARS Valentina Zafarana e del Portavoce deputato alla Camera Francesco D’Uva:
“La continuità territoriale è un diritto che finora è stato "soppresso", per utilizzare un termine caro ai vettori ferroviari. I cittadini messinesi, ed in generale quelli siciliani, non possono continuare a muoversi tra le sponde dello Stretto dovendo fronteggiare costi non concorrenziali e un servizio che offre possibilità di scelte limitate (esiste di fatto un regime di monopolio del trasporto marittimo) per quanto riguarda disponibilità di mezzi ed orari. Non è più concepibile dover attendere più di 3 ore, complessivamente, per giungere a Messina una volta atterrati all’Aeroporto di Reggio Calabria, o che un nuovo vettore nautico, il MESSINA, inaugurato in pompa magna e presentato come la soluzione a tutti i problemi del trasporto ferroviario marittimo, dopo neanche 30 giorni, vada incontro ad avarie prima, al guasto dei motori con conseguente stallo poi e, per finire in grande, direttamente collisa con la banchina dell’attracco di Villa San Giovanni.
Non possiamo attendere ancora anni per vedere attivo il porto di Tremestieri che potremmo ormai intitolare a Godot! Non possiamo più scorrere atroci fatti di cronaca nera, in ultima quella di ieri mattina, legate all’assurda condizione di trasporto marittimo sullo Stretto.
Richiederemo nelle sedi competenti l’istituzione di un tavolo tecnico per una riorganizzazione del servizio che veda coinvolti tutti gli attori interessati, in particolare i comuni dell’area dello Stretto, e che dia parola prioritariamente ai cittadini.
Porteremo avanti i nostri diritti fin dentro le Aule parlamentari di Roma e Palermo.”