Iva: tensione governo-maggioranza

Scontro politico sull’aumento dell’Iva, che l’esecutivo non sembra riuscire a scongiurare, e minacce sulla tenuta della maggioranza (quelle del capogruppo del Pdl, Renato Brunetta) nel caso in cui il Mef non riuscisse a reperire il miliardo ritenuto necessario. La notizia diffusasi ieri sera ha provocato un’alzata di scudi da parte del partito di Silvio Berlusconi e delle associazioni dei commercianti – appelli anche da esponenti del Pd – affinche’ si faccia il possibile per non far aumentare dal 21% al 22% l’aliquota Iva, a partire, come previsto, dal primo ottobre. La coperta e’ corta ed e’ quindi d’obbligo stabilire delle priorità. Bloccare l’incremento dell’Iva sino alla fine del 2013 costa 1 miliardo, abolire la seconda rata dell’Imu circa 2,3 milardi, rifinanziare la Cassa integrazione in deroga circa 500 milioni e 400 milioni è l’ammontare del costo del rifinanziamento delle missioni internazionali. Servirebbero quindi, in tutto, oltre 4 miliardi sino alla fine dell’anno in corso, ma le risorse disponibili non arrivano a tanto. Da qui la necessita’ di rinunciare a qualcosa e la scelta, al momento, sembra ricadere sull’Iva, mentre le altre possibili vie percorribili dipendono tutte da fattori squisitamente politici. Il miliardo necessario a coprire il mancato aumento dell’Iva nel 2013 potrebbe essere infatti reperito, ad esempio, attraverso l’estensione del pagamento dell’Imu sulla prima casa, che per ora riguarda solamente le categorie A1, A8 e A9, anche ad altre case di particolare pregio e valore. Una soluzione che comporterebbe una rinuncia da parte del Pdl, che si e’ mostrato sempre intransigente in materia.