Egregio Direttore,
purtroppo hanno ragione Sallusti e Belpietro: il caimano non è ancora morto! Anzi è più attivo e pimpante di prima. E sta meditando vendetta. E tiene ancora tutti sotto scacco, amici e nemici, stampa e TV legati al suo destino, che occupa sempre il primo posto sui mass media e sembra essere una delle “priorità” della politica nostrana. Tutti ne parlano, e molti lo vorrebbero salvare. AMNISTIA e INDULTO, ecco l’ingegnosa trovata per cercare di tirarlo fuori dai guai. Il bello è che non li sollecitano solo i suoi amici, ma anche buona parte dei suoi nemici e il Capo dello Stato. Perché? è lecito chiedersi. Quali assi nella manica ha ancora il caimano per ingraziarsi anche i suoi – si fa per dire – nemici? Perché tanta “solidarietà” nei suoi confronti, dopo che li ha sempre svillaneggiati e si è sempre fatta beffa di loro? Qualcuno me lo vuole spiegare? Perché tanto improvviso amore per il prossimo, tanta benevolenza e l’invito alla clemenza per i carcerati solo ora, quando del problema del sovraffollamento delle carceri si parla da anni? Perché in tanti anni di governo prevalentemente delle destre non si è provveduto a costruire nuove carceri o aprire quelle già costruite, e perché non si sono fatte leggi atte a sostituire con pene alternative (es. lavori socialmente utili o quant’altro) certi reati “minori” (soprattutto legati alla droga)? E perché soprattutto non si sono presi provvedimenti per accelerare i processi? Mentre invece si sono spesi tanti soldi pubblici per costruire opere inutili (tante sono che non è possibile qui enumerarle, e l’elenco sarebbe comunque incompleto) invece di potenziare il sistema della Giustizia e delle carceri, problema cardine di un paese “civile”? Non so cosa faranno i partiti in Parlamento e come se ne uscirà fuori, so solo che facciamo tutti una pessima figura di fronte all’Europa e al mondo intero. Mi auguro che almeno i partiti della Sinistra non cedano su questa vergognosa proposta, che -come già detto da più parti- umilierebbe le persone oneste che rispettano la legge e pagano le tasse anche per coloro che le evadono. Vengano pure leggi e provvedimenti atti ad alleggerire le pene per i carcerati, in primis quelli sopra accennati, ma non a ridurne la durata, che serve sia come deterrente sia per proteggere la società da nuovi reati. Negli ultimi decenni già fin troppe leggi si son fatte per “proteggere” i delinquenti (es. sconti di pena, patteggiamento, abbreviamento della prescrizione, ecc.): non ne occorrono di nuove.
Giovanni Dotti