Egregio Direttore,
ha ragione il prof. Vitelli quando evidenzia la distanza, il divario esistente tra la nostra Scuola (rimasta immutata, da oltre 60 anni, nella sua impalcatura di fondo e nei programmi) e la società attuale in continuo cambiamento. Ma nel contempo sottolinea e sostiene l’importanza di mantenere una cultura umanistica di base per formare persone, pur preparate nelle diverse materie “tecniche” che la moderna organizzazione sociale richiede, capaci di comprendere la complessità dello spirito umano e la variegata realtà del mondo contemporaneo. Infatti se anche “con la cultura non si mangia”, come ebbe a dire un nostro “acculturato” Ministro, è pur vero che senza cultura e col solo tecnicismo l’uomo diventa solo una macchina per produrre e far soldi, e questo è appunto il limite della nostra civiltà capitalistica, che riduce tutto a produzione, consumo e denaro. Pertanto mi chiedo: cosa ha fatto la nostra classe politica dal dopoguerra ad oggi per migliorare e aggiornare la Scuola Italiana? Quasi nulla, ha lasciato andare tutto come prima o peggio di prima, curandosi solo di tagli e quadrature di bilanci. Ma non mi sembra sia entrata “nel merito”, con l’aggiornamento della sua struttura e dei programmi per metterla al passo coi tempi. L’approccio alle “materie classiche” deve essere aggiornato specialmente nei metodi, limitando ad esempio lo studio delle lingue morte: personalmente abolirei o renderei opzionale il greco antico, mentre manterrei, ma senza pedanterie, il latino e darei più spazio allo studio delle letterature, delle arti, della storia e della filosofia, nonché a materie come psicologia e sociologia con qualche nozione, perché no?, di psicoanalisi. E penserei ad accorpare i Licei Classico e Scientifico in un Liceo Unico, abolendo l’anacronistica dicotomia ancor oggi esistente, uniformando i programmi in un primo triennio (di taglio prevalentemente “umanistico”) e differenziandoli (con taglio più “tecnologico” e con diversi indirizzi, secondo le preferenze individuali) nel successivo biennio, in modo da dare a tutti, anche a chi opterà per indirizzi scientifici, una preparazione umanistica di base di cui si gioverà per tutta la vita, nell’interesse suo e di tutta la società. Perché il tecnicismo esasperato inaridisce lo spirito e chiude la mente, escludendo l’uomo dalla comprensione di certi valori e dalla fruizione delle tante bellezze, naturali e spirituali, che il mondo ci offre. Mi auguro che possa avvenire presto un ricambio della classe politica con persone nuove, più aperte alla società civile, più preparate e competenti, che possano dar corso ad un dibattito costruttivo anche su questi temi per addivenire ad una Riforma della Scuola italiana che tenga conto delle istanze del mondo giovanile e delle necessità della società contemporanea.
Grazie per l’attenzione
Giovanni Dotti