
In uno scenario globale attraversato da una profonda crisi di modelli e sistemi, uno dei settori sicuramente più colpiti è quello della Sanità: ad una crescente domanda di assistenza, generata da fenomeni come l’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle patologie croniche, si contrappone una sempre minore disponibilità di risorse destinate alla salute. In questo contesto, è ancora possibile coniugare la sostenibilità dei sistemi sanitari senza rinunciare ai progressi nel campo della ricerca scientifica e farmacologica? Come si possono offrire terapie innovative in presenza di considerevoli riduzioni di flussi economici? È per cercare di rispondere a queste domande che Merck Serono S.p.A, affiliata italiana di Merck Serono, la divisione biofarmaceutica di Merck, ha promosso a Roma, presso la Sala Auditorium del Museo dell’Ara Pacis, l’incontro “Innovazione e Sostenibilità. Un binomio su cui costruire il futuro del SSN”. All’evento hanno preso parte esperti internazionali e nazionali, con gli obiettivi di condividere le diverse esperienze nazionali e di provare a disegnare un percorso futuro in cui l’innovazione reale sia correttamente valutata e sostenuta, a tutto vantaggio dei cittadini e dei sistemi di assistenza sanitaria.
“Questo incontro nasce dalla nostra ferma convinzione che, per creare un modello che coniughi la sostenibilità del sistema sanitario con politiche premianti per l’innovazione scientifica e farmacologica sia necessaria la partecipazione e la collaborazione di tutti gli attori del settore salute” – ha dichiarato il Dottor Antonio Messina, Presidente e Amministratore Delegato di Merck Serono S.p.A.
L’urgenza di individuare un nuovo modello di gestione del sistema salute è particolarmente sentita nel nostro Paese: secondo gli ultimi dati Eurostat sui bilanci degli Stati europei, gli investimenti destinati al settore sanità collocano l’Italia sotto la media EU (15,95% delle entrate contro il 16,80%).1
In particolare, nel 2013, il Fondo Sanitario Nazionale è stato ridotto, con la Spending Review e la Legge di Stabilità, di oltre 1,8 miliardi di euro rispetto al 2012.2
Il tema della riduzione degli investimenti ha avuto, e continua ad avere, un’importanza sempre maggiore perché considerato uno tra i principali fattori del cattivo funzionamento dell’intero sistema.
Gli spunti di riflessione emersi dal dibattito
1. Da innovazione e sostenibilità per il SSN a innovazione e sviluppo per il Sistema Paese
Quando si parla di innovazione farmaceutica, certamente le biotecnologie ricoprono un ruolo di primo piano. La Commissione Europea ha annoverato le biotecnologie tra le Key Enabling Technologies (KET), riconoscendo la loro centralità per la competitività del sistema scientifico tecnologico europeo. “In questo contesto però l’Italia sembra totalmente assente. Siamo il peggior Paese in termini di incentivi alla ricerca – ha asserito il Dottor Riccardo Palmisano, Vice Presidente Delegato di Assobiotec. Per guardare positivamente al futuro del biofarmaceutico occorre, innanzitutto, smettere di considerare il farmaco un costo e cominciare a considerarlo un valore per il SSN e per la salute pubblica. Infine, – ha proseguito il Dottor Palmisano – è necessario comprendere che le biotecnologie applicate alle scienze della vita rappresentano uno dei più potenti motori dello sviluppo economico ed occupazionale di un Paese come l’Italia”.
2. L’innovazione: obiettivo di qualità e competitività di tutto il Paese
Secondo gli ultimi dati OCSE, l’evoluzione della spesa farmaceutica in Italia risulta essere in controtendenza rispetto agli altri paesi Europei (EU15) con un calo del 5% (si passa infatti da 24,8 mld. nel 2007 a 23,7 mld. nel 2011) a fronte di un aumento medio generale del 6%.1
Tale fenomeno ostacola l’arrivo sul mercato di farmaci innovativi che potrebbero garantire il miglioramento della qualità di vita dei pazienti e della gestione clinica di determinate patologie.
“Affinché ciò non accada – ha dichiarato il Dottor Emilio Stefanelli, Vice Presidente Farmindustria – è necessario innanzitutto ottimizzare tutte le voci di spesa sanitaria che non hanno ancora subito efficaci razionalizzazioni, ad esempio adottando il criterio dei costi standard. L’obiettivo è quello di investire i risparmi per migliorare l’accesso ai nuovi prodotti e reingegnerizzare il sistema sanitario nel suo complesso, nell’ottica di una maggiore appropriatezza nella gestione complessiva delle patologie”.
3. Evoluzione del sistema farmaceutico e dei mercati al 2020: una nuova governance per le sfide future
In Italia e nel mondo, il settore farmaceutico si trova ad affrontare pesanti sfide derivanti dallo sviluppo di nuovi farmaci ad alto costo ed alta tecnologia. Gli attuali sistemi di prezzo e rimborso non sono in grado di governare le complessità derivanti dallo sviluppo dei nuovi medicinali e delle nuove tecnologie. “A tal proposito, occorre dunque creare una nuova governance – ha dichiarato il Dottor Nello Martini, Direttore Ricerca & Sviluppo, Accademia Nazionale di Medicina – basata sui Registri di monitoraggio (al fine di assicurare l’appropriatezza prescrittiva), sulle procedure di pagamento condizionato al risultato (PbR) e sulla competitività sui prezzi derivanti dalla scadenza brevettuale dei biotecnologici e dalla disponibilità dei biosimiliari, per garantire la sostenibilità economica e il patto di Stabilità”.
4. Sanità Italia-Europa: cause, effetti e risposte alla crisi economica
Riduzione della copertura dei servizi essenziali, inaccessibilità alle cure, disomogeneità sul territorio delle prestazioni erogate: queste le conseguenze della crisi finanziaria che ha esercitato, ed esercita tuttora, pesanti effetti sulla disponibilità di risorse destinate alla salute. In questo contesto, appare urgente promuovere politiche-socio sanitarie in grado di assicurare più elevati standard delle generali condizioni di salute della popolazione. “Le decisioni politiche – ha asserito il Professor Walter Ricciardi, Direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica, Policlinico “A. Gemelli” di Roma – dovrebbero focalizzarsi sul miglioramento del sistema di salute e favorire le riforme nel lungo periodo, puntando sia ad azioni trigger su innovazione, sviluppo e tutela, sia all’individuazione delle aree in cui possono essere più facilmente realizzati i tagli”.
5. Le difficoltà dei cittadini nell’accesso all’innovazione medica e farmacologica
Come già detto precedentemente, la crisi ha un impatto drammatico per i cittadini, che sempre di più si vedono ridurre i servizi essenziali, e soffrono per la difficoltà di accesso alle terapie e per la disomogeneità sul territorio delle prestazioni erogate.
"Le segnalazioni dei cittadini che giungono al Tribunale per i diritti del malato (TDM) di Cittadinanzattiva evidenziano difficoltà crescenti di accesso al SSN a causa di liste di attesa e costi da sostenere – spiega il Dottor Tonino Aceti, Coordinatore Nazionale Tribunale per i diritti del malato. Per quanto riguarda l’accesso alle terapie farmacologiche, questo avviene ancora con troppo ritardo rispetto ad altri Paesi europei. Alla tempistica nazionale si sommano i ritardi per le approvazioni regionali con tempi che raggiungono anche i 2 anni. Il sistema non è in grado di garantire equità e uniformità di accesso sul territorio nazionale, perchè molto spesso le Regioni duplicano ruoli e funzioni che spettano all’AIFA, mettendone persino in discussione le decisioni (LEA farmaceutici). Auspichiamo quindi l’avvio di un sistema che monitori il rispetto effettivo delle decisioni AIFA sui territori regionali prevedendo, nei casi di inadempimento, il ricorso anche al potere sostitutivo dello Stato nei confronti delle Regioni. Inoltre è arrivato il momento di prevedere anche in Italia un meccanismo di partecipazione delle Organizzazioni civiche e delle Associazioni di pazienti nei processi decisionali nazionali e regionali inerenti le politiche del farmaco."
6. Il ruolo dell’Health Technology Assessment nella promozione dell’innovazione e della sostenibilità
La riduzione delle risorse economiche rappresenta un limite non indifferente all’innovazione dei sistema sanitari dal momento che, per essere raggiunta, necessita di investimenti in ricerca e tecnologia. In questo contesto, sono molti i Paesi che hanno adottato il sistema dell’Health Technology Assessment (HTA) come mezzo per valutare gli effetti, nonché le conseguenze, delle tecnologie mediche (procedure, attrezzature, medicinali) sul sistema sanitario, sull’economia e sulla società. “A livello internazionale – ha asserito il Professor Michael Drummond, Professore di Health Economics e former Director del Centre for Health Economics, University of York – sono numerosi i Paesi che hanno adottato il sistema dell’Health Technology Assessment (HTA) come parte integrante dei loro processi al fine di stabilire il rimborso di nuovi farmaci, dispositivi e, più in generale, delle tecnologie per la salute. Considerando la crescente enfasi sul ruolo dell’HTA, è necessario che questo sistema venga applicato al meglio”.
7. Il futuro della Sanità
Secondo i dati della Banca Mondiale, la spesa pubblica per la sanità nell’Ue potrebbe aumentare dall’8% del PIL nel 2000 al 14% nel 2030. E’ sulla base di questi dati inattaccabili che l’Economist Intelligence Unit, ha intrapreso una ricerca che ha esaminato le sfide che il settore sanità si trova ad affrontare oggi e quelle che potrebbe dover affrontare entro il 2030. “La ricerca – ha dichiarato la Dottoressa Aviva Freudmann, Direttore di Ricerca dell’Economist Intelligence Unit – ci ha permesso di analizzare cinque scenari contrastanti che potrebbero emergere nel panorama sanitario del 2030. Abbiamo esaminato le conseguenze che le attuali politiche sanitarie potrebbero avere in diversi Paesi con la speranza che, analizzando l’assistenza sanitaria in questa chiave di lettura, si possa giungere ad un’unanimità su come salvare i sistemi sanitari europei”.