Mensa Scolastica, la paghi chi può!

Il circolo “Peppino Impastato” – Rifondazione Comunista Messina esprime la sua contrarietà alle politiche attuate dall’Amministrazione Comunale per la gestione del servizio nelle mense scolastiche. Riteniamo iniqua la scelta di far pagare la crisi alle fasce più deboli della cittadinanza che sicuramente non possono farsi carico di altri balzelli, considerate le politiche di austerità che stanno strozzando i cittadini. Riteniamo nella fattispecie, che le quote di compartecipazione, da pagare anticipatamente dall’utenza, approvate con Deliberazione della Giunta Municipale n.829 del 14/11/2013, siano profondamente ingiuste. Infatti, non solo prevedranno l’introduzione del pagamento del servizio per le fasce senza reddito ISEE (quelle da 0 ai 2.000 €), ma sono assolutamente formulate a ribasso in quanto la fascia più alta risulterebbe dai 20.000,01 € in su e pagherà 4,41 € a pasto. Tutto questo per un servizio che durerà quindici giorni, non esteso a tutte le scuole, e proibito ai morosi che non hanno saldato le quote entro la data prevista, come ribadito da una circolare inaccettabile che impone ai Dirigenti scolastici di far pagare in anticipo ed eventualmente di non richiedere il servizio per chi non paga! Invece noi pensiamo che, soprattutto nella fase di crisi che stiamo vivendo, debbano essere riviste queste tabelle tariffarie e che si aumenti il pagamento per la fascia di reddito ISEE più alta( 20.000 € in su) dato che è stata aumentata di soli 0,10 €; in tal modo si può ottenere l’esenzione per la fascia dai 0 ai 2.000 € estendendo la stessa fino a 8.000 €.
Chiediamo pertanto che il Comune non solo ritiri la circolare sopra citata, ma che valuti caso per caso e attui la sospensione di pagamento a quelle famiglie che non percepiscono da mesi lo stipendio (ATM, Messinambiente, coop.sociali ecc.) , facendo cosi un accordo tra le parti che a pervenuto stipendio la famiglia saldi il debito maturato. Per questo siamo vicini e solidali alle famiglie che si trovano improvvisamente obbligate a pagare un servizio che prima non si pagava e che di certo non è ripartito con tutti i migliori auspici. All’amministrazione diciamo che urge un cambio di rotta e che anche in regime di austerità si possono trovare delle soluzioni compatibili con i bisogni degli strati popolari più fragili, puntando ad una più equa distribuzione delle imposte secondo la logica “chi più ha più paghi”. Ferma restando la necessità di una profonda riflessione politica su come trovare le risorse economiche per le casse comunali oramai prosciugate, suggeriamo la possibilità di avviare un percorso di lotte e di mobilitazioni che porti l’amministrazione a disobbedire al Patto di Stabilità, a nostro avviso unica strada percorribile per dare respiro e dignità ai cittadini che chiedono stipendi, servizi e meno tasse.