”Le motivazioni della sentenza Ruby bis per quanto attiene l’asserita attività di inquinamento probatorio, sono totalmente sconnesse dalla realtà e dai riscontri fattuali”. Lo affermano in una nota gli avvocati di Silvio Berlusconi, Piero Longo e Niccolò Ghedini, commentando l’ipotesi di corruzione in atti giudiziari a carico dell’ex premier.
”I bonifici di 2.500 euro alle partecipanti alle serate di Arcore non sono affatto iniziati dopo la riunione del gennaio 2011 bensì solo nel marzo 2012, quindi dopo oltre un anno e di ciò vi è prova documentale. E’ evidente quindi – rilevano gli avvocati – che non vi può essere connessione alcuna. Fra l’altro quell’incontro che era volto a reperire elementi utili alla difesa soprattutto di fronte alla giunta delle autorizzazioni è stato narrato al gruppo parlamentare del PDL in data immediatamente successiva (18.1.2011) con grande risalto di stampa proprio dagli avvocati Ghedini e Longo. Parimenti – si legge ancora nella nota – nessun rilievo hanno le copie delle dichiarazioni rese ritrovate durante le perquisizioni, poiche’ a tutti i testimoni era stata consegnata, come più volte ribadito nel corso del processo principale, copia delle dichiarazioni rese. Del resto tutti gli elementi citati nella sentenza erano piu’ che noti alla Procura della Repubblica che giustamente mai ha ritenuto di muovere nel corso del processo principale accusa alcuna nei confronti del Presidente Berlusconi e dei suoi difensori o delle testimoni che come tali appunto sono state sentite. Siamo certi – concludono Longo e Ghedini – che la Procura, preso atto della situazione, non potrà che procedere a una rapida archiviazione”.