Una inchiesta della Procura di Messina ha portato all’arresto (domiciliari) di quattro persone implicate “in casi di corruzione e atti contrari ai doveri d’ufficio nell’ambito di concessioni edilizie in aree protette”. Si tratta dell’ex consigliere comunale Francesco “Ciccio” Curcio, 59 anni, ex componente della commissione comunale di valutazione impatto ambientale; della figlia Roberta, 30 anni, ingegnere, consulente tecnico di parte; dell’ing. Aurelio Arcoraci, amministratore unico di una società edile e il suo collaboratore Giuseppe Bonaccorso, di 57 anni.
Sconfitta in tutti i settori che succede alla nostra Messina? Con passo diverso, ma con risultati praticamente identici, anche l’anima politico – imprenditoriale è uscita malinconicamente dalle cose buone per finire sulla pagina dei cattivi. E oggi la polizia giudiziaria ha messo fine a un altro mito, quello del simpatico Ciccio Curcio, uomo per tutte le stagioni e titolare inamovibile, negli ultimi 20 anni, in molte formazioni politiche che spaziavano dal centro ai diesse, dal Pd al Pdl: Curcio e solo Curcio. Ovviamente non da solo ma con una bella compagnia di amici (bipartisan) che sistematicamente lo segnalavano a destra e manca. In un Tour politico – affaristico in cui i cittadini stanno solo guardando – quei pochi che sono ancora capaci di indignarsi – il così fan tutti della classe amministrativa. Ma la vecchia generazione uscita indenne dalla Tangentopoli sta ritrovando senza noi la sua antica vena. E noi come fessi a disperarci per una Messina che piange miseria. Noi siamo ancora fermi al vecchio slogan padroni di niente, servi di nessuno! Ma come dimostrano le inchieste giudiziarie – e l’ultima perla giudiziaria della Procura lo conferma – la casa Comune serve solo a farci gli affari propri. Si usano le posizioni istituzionali, gli incarichi avuti dalla Politica per arricchirsi in maniera poco lecita. Nella scala dei valori mai la Politica è stata così in basso. E non serve dirsi rivoluzionari dal basso per essere immuni come notava qualche nostro buon amico … dopo anni di successi, qualcosa sembra essersi clamorosamente inceppato nei lussuosi meccanismi del nostro Sistema Messina. C’è un degrado evidente, spesso professionale e qualche volta purtroppo anche morale. Messina insomma in fuori gioco: quanto e soprattutto perchè è quello che abbiamo cercato di capire in questo piccolo "viaggio nel male". Gli specchi e i tamburi post elezione amministrative gridavano di un luogo (finalmente) felice e rivoluzionario. Adesso i tamburi tacciono e gli specchi sono appannati, quindi sarebbe ovvio parlare di una città infelice e sconfitta. Ma non lo vediamo, attorno, e dubito che qualcuno lo veda dal primo piano di Palazzo Zanca. Si vince in tanti e si perde da soli: ultimi, fatevi in là!