LOVE IS RIGHT, ASSOCIAZIONI LGBT IL 7 DICEMBRE A ROMA PER I DIRITTI DI GAY, LESBICHE E TRANS

Visto lo stallo delle istanze lgbt nel dibattito politico italiano, aggravato dal silenzio delle istituzioni del nostro Paese dinanzi alle condotte anti-gay messe in campo in territori prossimi al nostro, numerose associazioni che compongono il movimento lgbt (Arcigay, Arcilesbica, Agedo, Famiglie Arcobaleno, M.i.t., Associazione radicale "Certi diritti", Equality Italia) hanno indetto per sabato 7 dicembre 2013 a partire dalle 15 una manifestazione nazionale a Roma, in piazza dei Santi Apostoli, dal titolo "Love is right".

È inaccettabile il totale disinteresse che il Governo italiano mette in campo in tema di diritti delle persone lgbt, e più in generale dei diritti umani. Col silenzio il Governo ha risposto ai nostri appelli in concomitanza del vertice a Trieste tra Italia e Russia al quale ha preso parte il presidente Vladimir Putin, promotore di norme persecutorie nei confronti delle presone gay, lesbiche e trans. Nessuna reazione neanche quando la Russia, nei giorni scorsi, ha investito l’Italia del primato di interlocutore esclusivo in tema di adozioni internazionali di bambini russi, un’alleanza stretta proprio in virtù del mancato riconoscimento in Italia delle famiglie omogenitoriali. E ancora: nemmeno un fiato dal Governo italiano, e poche le voci isolate dal Parlamento, sul referendum tenutosi domenica scorsa in Croazia e che ha visto esprimersi una maggioranza (molto relativa, visto che solo il 36% degli aventi diritto ha votato) a favore di un emendamento della carta costituzionale che escluda il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Un fatto estremamente allarmante che rappresenta il concretizzarsi della dittatura delle maggioranze teorizzata da Tocqueville. Può il diritto di una minoranza essere sottoposto al voto di una maggioranza? Qual è il limite di questa deriva pilatesca dei sistemi democratici europei che riducono la politica a uno strumentale sondaggio, in contesti di profonda ignoranza opportunisticamente alimentata, delegittimando di conseguenza organi e istituzioni che sono in realtà la spina dorsale della democrazia? Può, uno strumento democratico come il referendum, essere utilizzato per imporre il volere di una maggioranza sulle condizioni di vita di una minoranza?
L’ Italia è tra i protagonisti di quell’ondata che lambisce l’Europa: l’arretratezza del nostro paese in tema di diritti delle persone LGBT non preoccupa minimamente il Governo, sordo ai ripetuti appelli della comunità lgbt. Sul versante parlamentare si è aperta in Commissione Giustizia del Senato la discussione sul testo di legge Scalfarotto-Verini-Gitti contro l’omotransfobia, provvedimento anacronistico ed inadeguato, che malgrado le buone intenzioni di alcuni, sembra lontano dalla possibilità di un miglioramento. Pochi e assolutamente insufficienti, poi, i progressi dei progetti di legge per il riconoscimento delle coppie lgbt, prodotti in gran numero all’indomani del verdetto delle urne, sull’onda dell’ormai consueta e sempre sterile propaganda elettorale fatta sulla pelle delle persone lgbt, ma da allora rimasti intrappolati nelle sabbie mobili della politica italiana. Nessun dibattito è stato poi aperto sulle persone transessuali, vero e proprio bersaglio in quest’Italia imbarbarita, né sul superamento della legge 40 sulla procreazione assistita, l’ostacolo evidente che la lobby clericale in questo Paese ha posto alla realizzazione del desiderio di genitorialità per tutte e tutti.

Il Governo Letta, insomma, si mostra totalmente inadeguato a confrontarsi con temi di questa portata e nel contempo questo Parlamento ha perso qualsiasi ambizione a rappresentare le persone lgbt e dar voce alle loro istanze.

Per le persone lesbiche, gay e transessuali, e per coloro che vogliono uscire dal medioevo culturale di questo Paese, l’unica strada è portare avanti con coerenza e dignità un progetto che chiede uguaglianza di diritti, riconoscimento giuridico e sociale delle relazioni, la salvaguardia dell’integrità individuale, di coppia e collettiva. Il tempo dei diritti è questo e nessun compromesso e dilazione sono accettabili.
Le associazioni che compongono il movimento lgbt hanno scelto di scendere in piazza per rivendicare un sistema di leggi che garantisca le libertà, l’autodeterminazione, i diritti civili!

• Vogliamo una reale estensione della legge Mancino che contrasti la discriminazione omofobica SENZA SCONTI PER NESSUNO!
• Il matrimonio egualitario per le persone omosessuali
• Altri istituti che tutelino le coppie di fatto lesbiche, gay ed etero
• Riconoscimento e tutela della genitorialità omosessuale
• Il cambio dei dati anagrafici senza l’obbligo di interventi di riattribuzione dei genitali per le persone transessuali
• La riscrittura della legge 40

La manifestazione verrà condotta sul palco da Vladimir Luxuria e vedrà alternarsi gli interventi dei rappresentanti delle associazioni, di volti noti del mondo dello spettacolo e di storie di vita e di diritti negati dalle voci di cittadini e cittadine gay, lesbiche e trans.
Hanno già aderito, tra gli altri, le attrici Maria Grazia Cucinotta, Ottavia Piccolo e Claudia Gerini, la conduttrice radiofonica La Pina. Sono stati organizzati vari pullman dal Veneto, dall’Emilia Romagna, dalla Puglia, dalla Campania, dalla Toscana, da Torino, da Genova, da Milano, da Trento: per informazioni consultare il sito Loveisright.it

Flavio Romani – Arcigay
Paola Brandolini – Arcilesbica
Giuseppina La Delfa – Famiglie Arcobaleno
Fiorenzo Gimelli – Agedo
Porpora Marcasciano – M.i.T. (Movimento identità transessuale)
Aurelio Mancuso – Equality Italia
Enzo Cucco – Associazione radicale Certi Diritti