L’elevata sopravvivenza, unita al calo della fecondità, rende l’Italia uno dei Paesi più vecchi al mondo. E’ la fotografia dell’Annuario Istat. La speranza di vita alla nascita, 79,4 anni per gli uomini e 84,4 anni per le donne, continua a subire l’influenza positiva di riduzione dei rischi di morte a tutte le età. Nel 2011 l’indice di vecchiaia (rapporto tra la popolazione ”anziana” di 65 anni e oltre e quella ”giovane” da 0-14 anni) – con 148,6 anziani ogni 100 giovani – colloca l’Italia al secondo posto fra i paesi europei nel processo di invecchiamento della popolazione, preceduta solo dalla Germania (155,8%). La popolazione italiana cresce ma solo grazie all’immigrazione. Alla fine del 2012 in Italia si contano 59.685.227 residenti, 291.020 in più rispetto all’anno precedente. Questo incremento si deve al saldo attivo del movimento migratorio (+369.717 unità) che neutralizza l’effetto negativo del saldo naturale (-78.697). Le nascite segnano, infatti, una nuova battuta d’arresto, da 546.585 del 2011 a 534.186, mentre i decessi salgono a 612.883 da 593.402. Nel 2012 gli stranieri residenti in Italia sono 4.387.721, il 7,4% della popolazione residente complessiva. La presenza straniera si concentra soprattutto al Nord, dove risiede il 61,8% della popolazione straniera; seguono il Centro con il 24,2% e il Mezzogiorno con il 14,0%.