A scardinare le strategie – e il borsellino – dei consumatori nel 2013, sono state soprattutto le tariffe dei servizi idrici (cresciute del 7,6% tra ottobre 2012 e ottobre 2013) e dei rifiuti urbani (+7% nello stesso periodo). Sul versante opposto, i prezzi dei beni di consumo scambiati sul mercato mostrano dinamiche tendenziali molto piu’ contenute: +2% i beni alimentari ad esclusione del fresco e solo +0,5% per quelli non alimentari. E’ quanto emerge dall’analisi di Unioncamere sull’andamento dei prezzi amministrati a controllo locale e nazionale – realizzata attraverso il proprio Istituto di ricerca e sulla base dell’Osservatorio ”Prezzi e Mercati”. Nel complesso, al netto della componente energetica, l’inflazione tariffaria per il 2013 si avvia pertanto a registrare un aumento medio superiore al 4% (+3,8% le tariffe pubbliche nazionali, +4,1% quelle locali, con riferimento al confronto ottobre 2013-ottobre 2012), a fronte di un’inflazione media decisamente moderata che, nel 2013, chiuderà all’1,2%. Il quadro resterà simile anche nel 2014: le attese rispetto all’evoluzione delle tariffe pubbliche (nazionali e locali) indicano, infatti, una crescita media complessiva nell’ordine del 3%, un dato di gran lunga superiore rispetto alla crescita attesa nel livello medio generale dei prezzi. L’anno prossimo, l’inflazione generale dovrebbe confermarsi all’1,2% in conseguenza di un vistoso cedimento dei prezzi dell’alimentare (da +2,4 a +1,3%) e solo di un lieve recupero di quelli dei beni non alimentari (dallo 0,5% del 2013 ad un poco incoraggiante 1%). Relativamente stabili intorno alla media generale (+1,3% nel 2013 e +1,4% il prossimo anno) i prezzi dei servizi di mercato; in ulteriore calo (-1,5%) quelli dell’energia. ”Per rilanciare i consumi e accompagnare i segnali di ripresa dell’economia – ha detto il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello – e’ indispensabile rallentare la corsa di tasse e tariffe, a cominciare da quelle locali. I tanti, piccoli mercati protetti che ancora resistono riducono il potere d’acquisto di famiglie e imprese e sono un freno alla ripresa. Serve piu’ trasparenza della pubblica amministrazione per capire i meccanismi di formazione dei prezzi a livello locale e far si’ che questi possano incentivare i comportamenti piu’ virtuosi e penalizzare quelli piu’ nocivi. L’uso intelligente delle tariffe di certi servizi puo’ rivelarsi una leva importante per uno sviluppo locale piu’ equo e sostenibile. A condizione di far crescere le capacita’ di monitoraggio e di gestione da parte dei comuni.” L’evoluzione delle tariffe nel bimestre ottobre-novembre 2013 Con riguardo all’evoluzione degli ultimi due mesi, ai ritocchi delle tariffe di autostrade, ferrovie e telefonia fissa – che hanno incorporato l’innalzamento di un punto percentuale dell’aliquota ordinaria dell’Iva – si sono sommati gli adeguamenti che hanno interessato i corrispettivi dei servizi pubblici locali, cresciuti – tra ottobre 2012 e ottobre 2013 – del 4.3%. A guidare la graduatoria sono ancora una volta le tariffe del servizio idrico integrato (+7.4% in media nazionale tra novembre 2013 e novembre 2012) e quelle dei rifiuti urbani (+7.9% tendenziale, sempre a novembre). Su questi andamenti gravano le recenti novita’ introdotte nel contesto normativo e regolatorio: da una parte l’AEEG sta in questi mesi procedendo alla validazione delle proposte di variazione per le tariffe del servizio idrico integrato (i cui aumenti, almeno nelle intenzioni, serviranno per sanare l’annoso problema del deficit infrastrutturale della rete idrica italiana). Dall’altra, nel servizio di igiene urbana, larga parte degli aumenti rilevati è da attribuire all’entrata in vigore della Tares, il nuovo tributo sui rifiuti e sui servizi indivisibili (illuminazione pubblica, polizia municipale, cura del verde pubblico) introdotto dal decreto ”Salva Italia” e che, in questi mesi, le amministrazioni comunali stanno provvedendo a deliberare.