Antonio Bertuccelli, segretario provinciale Pdci Messina
Le discussioni avute a Palazzo Zanca il 25 settembre 2013 con il sindaco di Messina sono rimaste solo un evento da catalogarsi come un incontro al bar. Tante le questioni sollevate quel giorno da questo Partito, dalla mobilità urbana e i trasporti cittadini alla Scuola, dall’utilizzo e la destinazione d’uso dell’Ex Ospedale Regina Margherita al recupero e l’utilizzo delle ex aree militari e della Fiera, ma, finora, nessun riscontro o accenno d’iniziativa. All’incresciosa lacuna si aggiungono le scelte dell’Amministrazione comunale: il pagamento della mensa scolastica per tutti, dai più agiati ai meno abbienti; la messa in funzione della discarica di Pace, nonostante sia nel centro cittadino e zona a protezione speciale; il qualificare “frettolosi” gli occupanti della ex scuola “Pietro Donato”, cittadini che intendono far fronte alla crisi abitativa; il caso dei migranti, a cui la Giunta non ha saputo garantire un’adeguata accoglienza offrendo le aree di proprietà comunale e/o requisendo le abitazioni sfitte da decenni. Non ultima, la famigerata Tares che mette in ginocchio la già precaria economia delle famiglie messinesi, mentre l’immondizia regna sovrana. Una tassa non consegnata a tutti e che, oltre ad apparire illegittima, crea disagi ai cittadini. Sei sicuro che la Tares sia retroattiva considerato che è stata adottata dal Consiglio Comunale nel mese di ottobre scorso e che non ha effetto prima del 1 gennaio dell’anno successivo mentre essa è relativa all’anno 2013? Se si, domandiamo come fa un anziano sofferente a fare la lunga fila per riuscire nell’ardua impresa di conoscere a quanto ammonta la tassa da pagare. Come fa uno di quel 50% di pensionati che non arrivano a 1000 euro al mese a corrispondere l’esorbitante mora nel caso di ritardo del pagamento della tassa stessa? Non avrebbe, l’amministrazione comunale, potuto consegnare con i propri dipendenti le cartelle come si fece con il censimento? No Renato, così non va! Il Partito dei Comunisti Italiani ha, con lealtà e senza riserve, sostenuto il programma che doveva essere la bandiera del cambiamento dal basso perché Messina diventasse una città “normale”, sapendo bene che il cambiamento non poteva essere dall’oggi al domani ma, a distanza di 6 mesi dal tuo insediamento, avremmo voluto averne almeno il sentore. Ci pare, invece, che rimarchi le tracce di vecchie logiche politico-amministrative a cui siamo sempre stati contrari e oppositori. Troppo facile dire che ereditiamo il disastro delle passate amministrazioni. Troppe rotazioni di posizioni della tua Giunta. Nessuno di noi pensava che amministrare questa città sarebbe stato un giro di valzer. Troppo facile fare il sindaco così. Abbiamo occhi per guardare, orecchie per sentire e teste per pensare. I nostri occhi ci fanno vedere una città sempre meno vivibile e sempre più piegata al potere dei forti, le nostre orecchie ascoltano gli umori dei messinesi che dicono che questa è un’amministrazione di dilettanti allo sbaraglio e la nostra testa ci fa pensare che non possiamo partecipare a nessuna “corrida”.