Lo Sport, materia sociale

di Elisa Visentini

Alla parola sport è ormai di uso comune associare i concetti di cultura sociale, educazione e benessere dell’individuo.

Sull’opportunità di utilizzare lo Sport come fattore importante nel determinare le politiche di welfare, sembra ormai esserci un consenso unanime negli ambienti istituzionali ma è triste constatare quanto invece tale consenso sia raramente trasformato, da parte dei Pubblici Amministratori, in politiche concrete e azioni di gestione efficace ed efficiente del settore sport.

Vuoi per le scarse risorse, vuoi per il grande impegno relazionale e ideativo che richiede gestire questo settore, l’impegno degli operatori del mondo sportivo, soprattutto in ambito pubblico, è spesso relegato alla gestione del patrimonio impiantistico e al tentativo di massimizzare il consenso nel breve periodo, non valutando, di conseguenza, le opportunità di piani di gestione di medio-lungo periodo che assicurino gli obiettivi di cui sopra.

Solo recentemente e, in particolare grazie alla spinta europea, il valore dello sport come strumento di politiche sociali educative e come vocazione di identità specifica di un territorio, inizia ad essere riconosciuto ed utilizzato efficacemente dalle pubbliche amministrazioni che stanno cercando di avviare concreti programmi e progetti di importanza sociale a carattere sportivo. Basti pensare, ad esempio, all’impegno di Expò 2015 e dell’Unione Europea nell’assegnare fondi nell’ambito del programma Erasmus+ che riguarda la formazione e la mobilità giovanile europea nel periodo 2014/2020.

Questa “intenzione” non riesce sempre a concretizzarsi in un complesso di azioni organiche, coinvolgendo, ad esempio, anche la ridefinizione degli impianti sportivi come luoghi “sociali” (dato il deterioramento delle strutture esistenti e la scarsa possibilità di investimento) ma si realizza comunque nel considerare l’opportunità di creare modelli sportivi avanzati sfruttando la “trasversalità” dello sport rispetto ai cittadini e alle loro esigenze.

Ciò comporta la possibilità di creare percorsi condivisi di miglioramento di un territorio, stabilendo per le progettualità a tema sportivo obiettivi sociali che coinvolgano contestualmente svariati ambiti amministrativi: salute, famiglia, servizi sociali, turismo, scuola e infanzia, mobilità, cultura, ambiente e infrastrutture. Questi sono solo alcuni esempi di attività che attraverso la sport possono migliorare il territorio e la “way of life” dei cittadini che vi abitano.

Per avviare dunque un processo sociale basato su progettualità sportive, la Pubblica Amministrazione ha la necessità di assicurarsi sostenibilità e professionalità: sostenibilità, derivata dall’assegnazione di risorse specifiche nel medio termine, non solo afferenti al capitolo di spesa “sport” ma potenzialmente ricavabili da budget condivisi provenienti anche da diversi ambiti di gestione della PA; professionalità, invece, intesa come la formazione di individui capaci di massimizzare in modo efficace ed efficiente il valore del settore sport.

Responsabile Rapporti Aziende e Investor Relationship Studio Ghiretti & Associati