Radio Zanca: Debiti, precarietà e politica

di Roberto Gugliotta

La Lobby dello Stretto non fa stragi e non fa rumore. Non ha il volto sanguinario dei killer ma si veste di frequentazioni nei salotti buoni della politica, dell’imprenditoria e della sanità. Si insinua nel sistema, lottizza cliniche e centri sanitari, sponsorizza medici e direttori generali. Non solo. Usa i media per narcotizzare le coscienze, riqualifica con colate di cemento fette di territorio, sol perché i progettisti sono parenti e amici. Droga i bilanci per poter continuare a fregare la comunità. Tiene in sella i fedeli pensionati di lusso così può continuare a calpestare i diritti delle nuove generazioni: non avranno mai un futuro finché nei consigli d’amministrazione ci saranno gli stessi che hanno portato Messina al dissesto. I guanti dei camerieri sono bianchi, le cliniche sono bianche, i bilanci sono in bianco… se anche la Lobby dello Stretto è bianca, come faccio a vederla? Nessuno che racconti le cose con verità: non esiste una politica pro ultimi né una volontà di cambiare registro. La storia di questa città scartata dalle istituzioni e presa in giro dalla rivoluzione dal basso racconta soprattutto gli intrecci fra lobbisti, politica e criminalità: laddove la mafia non si nutre più di stragi e di azioni eclatanti ma si è infiltrata nel mondo imprenditoriale, diventato a sua volta roccaforte del malaffare e bacino di costruzione del consenso elettorale. Intercettazioni telefoniche e ambientali con le voci originali dei protagonisti, dichiarazioni di pentiti al processo dovrebbero scuoterci al pensiero che la raccolta dei rifiuti è cosa loro in una rete tentacolare e potenzialmente senza fine di contatti e di rimandi incrociati. La Lobby dello Stretto controlla, organizza, pianifica. Rifiuti, trasporti, lottizzazioni, sanità. E ci sono gli ospedali pubblici, mai completamente ristrutturati, dove i pazienti sono costretti a ore di attesa, dove mancano bagni docce e servizi, dove i macchinari di alta tecnologia restano in disuso per mancanza di personale, dove le visite mediche si fanno in stanzette luride con tre sedie… Non solo politica, salute, servizi. Ci sono fili rossi che intrecciano le esistenze di politici, imprenditori e colletti bianchi. Il dissesto di Messina e i salotti della “mafia buona” con figli e parenti sistemati nell’Ateneo: la disoccupazione che roba è? La depressione per l’instabilità lavorativa infetta i figli degli altri non i loro. Concorsi, borse studio assegnate, master all’estero: possibilità negate a chi è figlio di nessuno. Si parla nei dibattiti con maggiore difficoltà di questo tema per non fare incazzare la Lobby dello Stretto. Rimane un tabù specialmente per la nuova amministrazione rivoluzionaria di Accorinti che lo considera un tema bandito. E questo si riverbera sui media che ne parlano in maniera inadeguata. Ciò è dovuto alle pesanti interferenze della Lobby dello Stretto verso l’informazione: le notizie circolano in maniera parziale e inadeguata. Esiste un “recinto vistoso” nel parlare del SISTEMA. E la comunicazione indipendente diventa riconquista di uno spazio di libertà. La politica gioca un ruolo fondamentale. Quando il cittadino vota per colui che gli dà il pane, nonostante sia quello che sia, abbiamo un moto di repulsione, ma dobbiamo capire. E non possiamo accettare che il bisogno, la fame, la paura diventino lo strumento con cui si costruisce il consenso elettorale.