FERMARE POVERTÀ, MIGRAZIONE GIOVANILE, DENATALITÀ

La ridefinizione delle addizionali Irpef, di ticket sanitari e indicatori Isee, “per venire incontro alle esigenze delle famiglie numerose e in difficoltà”. Poi, l’attuazione della legge regionale sulla famiglia del 2003 “mai resa pienamente operativa”. E la riesumazione dell’osservatorio “permanente” sulle famiglie, un organismo consultivo istituito dalla Regione dieci anni fa e che, “a dispetto del nome”, non ha ancora, praticamente, visto la luce. Sono alcune delle richieste firmate in tandem dalla Cisl siciliana e dal Forum regionale delle associazioni familiari. In una nota, Daniela De Luca per la segreteria della Cisl Sicilia e Francesco Bianchini, presidente del Forum regionale, “denunciano l’assoluta inadeguatezza” delle politiche sociali regionali. In particolare, quelle “a favore delle famiglie in grave disagio, povere, con disabilità e non autosufficienti”. Sottolineano la “totale mancanza di politiche familiari di cui all’art. 31 della Costituzione”. E richiamano il “forte appello dei vescovi siciliani” che mercoledì 19 hanno riportato all’attenzione pure i temi della famiglia. I nuclei familiari siciliani “non vogliono più sentire parole”, afferma De Luca. Al governo della Regione chiedono “risposte urgenti ai bisogni primari e una gestione strategica, trasparente, mirata, attraverso tra l’altro un fondo unico per le povertà”. Invece, il governo continua a dare “soluzioni estemporanee e parziali. La smetta di disperdere le preziose, scarse risorse a disposizione. La propaganda ideologica non serve a nulla. Ci ascolti”. “Ci aspettiamo un confronto, subito, sulle urgentissime politiche di sostegno e promozione delle famiglie a cominciare da quelle numerose”, insiste Bianchini. Rimarcando che “se non si cambiano alla radice le politiche per la famiglia, non ci sarà futuro per i nostri giovani”. Tanto che, ripetono assieme Cisl e Forum, “preoccupano già ora l’ormai inarrestabile migrazione giovanile e la devastante denatalità”.
Quanto al pacchetto di proposte, le due associazioni definiscono “discriminatoria” l’attuale disciplina regionale delle esenzioni dal ticket sanitario; rimarcano che “l’aliquota dell’addizionale Irpef è, paradossalmente, la più alta d’Italia”. E invocano un Isee che non sia una mannaia sulle famiglie in difficoltà.