Il male quotidiano: mandiamo a quel paese questa sottospecie di classe dirigente

di Fernando Rizzo

Che moto di rabbia ci provoca sapere che per essere assunti all’Università o al Policlinico occorre spesso essere parenti di qualcuno o figli di buona donna? Nessuno. Ormai abbiamo fatto l’abitudine. E nemmeno lo “spettacolo” degli scandali, degli sprechi, sembrano scalfire più di tanto la nostra pacifica vita da ignavi. Nulla di nuovo, anzi tutto “dèjà vu”! Basta sapersi adeguare e non avere aspettative. Niente di così irreparabile. Roberto Gugliotta

Caro Roberto,

credo invece che non dobbiamo accettare mai il compromesso di vivere in una città e in un territorio per élite, dove comanderanno sempre le stesse famiglie e gli stessi "famigli". Fino a quando potrò e ne avrò la forza userò le mie scarne energie per oppormi ad un sistema che ci vuole subordinati fin dalla nascita. Lo devo a me stesso, ai miei figli. Se vorranno potranno e dovranno andare ma almeno che sappiano di non avere avuto un padre che non ha provato a spendersi per loro, mandando a quel paese questa sottospecie di classe dirigente.