Il 7 marzo ricorre l’eccidio dei tre lavoratori messinesi che alla richiesta di pane e lavoro trovarono le pallottole di piombo sparate dalle forze dell’ordine che al grido di “avanti Savoia”, uccisero Giuseppe Maiorana, Biagio Pellegrino e Giuseppe Lo Vecchio.
La Messina della rinascita si ritrovò in piazza quella mattina a protestare per il pane ed il lavoro e contro il carovita con circa 40.000 partecipanti, ma incontrò le pallottole di piombo sparate dagli agenti che, a freddo e senza alcuna ragione, al grido di “Avanti Savoia” fecero tre vittime: Giuseppe Maiorana, 41 anni, commerciante di calzature militante del P.C.I, Biagio Pellegrino, 34 anni, manovale, anche lui militante comunista e Giuseppe Lo Vecchio, operaio 19enne. In 80.000, il giorno dei funerali, aspettarono i feretri di coloro che caddero anche per il clima di viscerale anticomunismo dell’epoca, e qualcuno oltre alle bandiere rosse posò sulle bare un tozzo di pane.
“Sono passati 67 anni dal tragico evento e il tema è sempre lo stesso: Ieri i morti per il lavoro, oggi i morti sul lavoro. Ieri la repressione, oggi la mancanza di democrazia – dichiara Antonio Bertuccelli, segretario provinciale del PdCI – e a pagare sono sempre i lavoratori. Non ci furono colpevoli in quel processo, non ci sono né colpevoli, né indiziati oggi per chi porta al suicidio chi non riesce economicamente ad arrivare a fine mese”.
Il Partito dei Comunisti Italiani anche quest’anno commemorerà il funesto avvenimento, e vuole riportare alla memoria collettiva il senso del sacrificio dei tre martiri in una città che vive ancora nel degrado e nella precarietà sociale ed economica, mentre l’ideologia dei governanti continua a ridurre le tutele dei lavoratori e delle fasce sociali più deboli e aggrava il divario tra ricchi e poveri.
Una delegazione del P.d.C.I., venerdì 7 marzo 2014 alle ore 11.00, deporrà una corona di fiori sulla lapide in Piazza Unità d’Italia (davanti alla Prefettura).