Il Casablanca torna in campo: adesso il campionato Uisp di Forlì può riprendere

“Non ci ritireremo dal campionato Uisp. Restiamo in campo perché se no sarebbe una sconfitta rispetto al razzismo”. A parlare è Youssif Laazizi, difensore del Casablanca, la squadra di marocchini che, dopo aver ricevuto insulti razzisti, aveva dichiarato di voler abbandonare il campionato Uisp di Forlì-Cesena in cui gioca da anni. La decisione arriva al termine dell’incontro, iniziato oggi alle 13 nella sala della Giunta del Comune di Forlì, tra alcuni calciatori del Casablanca, il sindaco forlivese Roberto Balzani con una rappresentanza comunale e una delegazione della Uisp.

“Adesso il campionato Uisp può riprendere”, dice Vincenzo Manco, presidente nazionale dell’associazione che, per protestare contro il razzismo e solidarizzare con la squadra di immigrati, aveva sospeso il torneo. “Non bisogna abbassare la guardia contro il razzismo, non bisogna minimizzare su ciò che avviene in campo e negli spalti. Questo vale dappertutto: in serie A e nei tornei amatoriali come il nostro. Sport significa dignità, integrazione e rispetto. Per questo può contribuire a cambiare e migliorare il nostro Paese. Se diventa altro l’Uisp non ci sta. Questa vicenda si chiude ma se ne apre immediatamente un’altra: l’impegno per la cultura del rispetto riguarda tutti in tutti i luoghi di incontro, dallo sport alla scuola, al mondo del lavoro”.
La prossima partita del Casablanca è fissata per domenica alle 10,30 nel campo Buscherini di Forlì, contro il Castelnuovo, squadra di un piccolo centro alle porte della città. I giocatori indosseranno una maglietta con la scritta NO al razzismo.

“Abbiamo voluto testimoniare insieme – ha affermato Mauro Rozzi, presidente Uisp Emilia-Romagna – una condanna al razzismo, ribadendo anche il principio del rispetto delle nostre regole associative. La nostra Uisp da sempre mette al centro il valore della correttezza e della coerenza con la visione associativa. Con la nostra tessera in tasca i giocatori del Casablanca sono uguali a tutti gli altri soci, con cui condividono diritti e doveri. La loro scelta di tornare a giocare è una testimonianza dell’impegno nei confronti dello sport e dell’associazione. A loro dico: mettetevi in gioco ancora di più”.