Sono oltre 215mila le imprese italiane che vantano ancora crediti con la pubblica amministrazione. E per ciascuna di esse la media degli arretrati dei pagamenti è pari a oltre 322mila euro. Questi i dati di un rapporto del Centro studi di Unimpresa sulla questione dei debiti della Pa, sulla quale in governo di Matteo Renzi ha promesso un ulteriore intervento dopo i 21,5 miliardi già pagati nel corso degli scorsi mesi che hanno portato lo stock di arretrati da 91 miliardi a 69,5 miliardi . L’analisi di Unimpresa, basata su dati del Ministero dell’Economia, dell’Istat e della Banca d’Italia, mette in luce i dati sulle imprese, settore per settore, che attendono pagamenti da parte della Pa. Nell’industria è pari all’1,2% la quota di imprese in credito con lo Stato: vuol dire che ci sono 5.436 aziende che aspettano di veder saldata una fattura. Nel comparto delle costruzioni (edilizia e ristrutturazioni) la quota di imprese in fila d’attesa è pari al 16,2%, che equivale a 100.926 aziende. Il record è nei servizi: sono 109.131 (il 3,3% del totale del settore) le imprese a cui lo Stato centrale o gli enti locali e territoriali (regioni, province e regioni) devono riconoscere un corrispettivo. Complessivamente, dunque, sul totale delle imprese italiane (4.383.000) il 4,9% è creditore della pubblica amministrazione: 215.493 aziende, insomma, corrono il rischio di licenziare i dipendenti, di chiudere in perdita un bilancio, di avviare una procedure di crisi, di trovarsi in una pericolosa condizione di insolvenza o, ipotesi peggiore, di imboccare la strada del fallimento. Tutto questo per colpa dei ritardi di pagamento della Pa. Lo stock di arretrati, tra Stato ed enti locali, era inizialmente pari a 91 miliardi di euro: le misure dell’Esecutivo varate lo scorso anno hanno sbloccato pagamenti per 21,5 miliardi, ragion per cui, oggi, la montagna di arretrati vale 69,5 miliardi. Il consiglio dei ministri ha approvato un piano che prevede di saldare, entro settembre, tutto lo stock di debiti.
"Ci auguriamo che il Governo riesca a condurre in porto il progetto annunciato mercoledì scorso volto ad azzerare gli arretrati" osserva il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi. "L’economia italiana vive una delle fasi più drammatiche della storia. Il pagamento degli arretrati – aggiunge Longobardi – consentirebbe di respirare non solo alle imprese creditrici dello Stato centrale o delle amministrazioni territoriali, ma anche a tutte le altre aziende collegate e subfornitrici". Secondo il presidente di Unimpresa "si innescherebbe un effetto leva, un moltiplicatore incredibile che potrebbe fare da volano per riuscire ad agganciare la ripresa. Ovviamente questa misura da sola non basta: la questione fiscale, con un auspicabile attuazione rapida del piano volto alla riduzione del carico tributario, e il tema del credito bancario, con un disegno per rimettere in moto il motore dei prestiti, restano cruciali per le imprese italiane e devono restare al primo punto dell’agenda del Governo Renzi".