Il Sistema da queste parti ha la filosofia dell’utilità di un frequente cambio delle poltrone: appena è convinto che Sua Eccellenza ha fatto il pieno, via, e tocca a un altro. L’estromesso – se è intelligente – non si amareggia, e non passa all’opposizione: aspetta, perché c’è spesso un recupero, e chi è stato alla sanità può ritrovarsi a dirigere le finanze, dato che, in fin dei conti, e l’espressione è appropriata, cambia soltanto la clientela.
Anche perchè l’economia di questi tempi è figlia della disperazione e dell’ottusità, che negli ultimi anni ha contribuito ad annullare la politica. Al di là degli indiscutibili curricula e della serietà dei nuovi amministratori, stiamo rischiando di dimenticare che- spesso nostro malgrado- le strategie economiche andrebbero orientate con la democrazia. Forse perché non ne siamo più capaci, forse perché il populismo ci stritola.
Non possiamo vivere (sopravvivere, semmai) se… non sappiamo rinunciare. Ultimamente a Messina ci si vergogna sempre degli altri, mai di se stessi. Gli altri sono cattivi, e disonesti. Noi mai. Noi siamo sempre vittime e mai colpevoli!
Chiunque si illuda che possa trarre un qualche vantaggio personale dalle battaglie giudiziarie è solo un fesso. Soprattutto se la voglia presunta di moralità la si sbandiera per occuparne lo spazio politico. Ho paura che dietro gli slogan ci si sta dimenticando cosa cercare.