SCUOLA – Organici di sostegno: ancora una volta confermato il 70% dell’organico complessivamente attivato

Nonostante si sia svolta neanche una settimana fa l’udienza presso la Corte di giustizia europea, dove si è discusso sull’esistenza o meno di ragioni oggettive ovvero sostitutive per la chiamata dei supplenti italiani, ecco la prova per cui al termine del piano triennale di assunzioni previsto dalla legge Carrozza (128/2013), nell’a.s. 2015/2016 si continuerà ad avere un organico di diritto sottodimensionato del 30% rispetto a quello di fatto utilizzato per garantire il rapporto uno a due tra alunni e docenti. Nell’a.s. 2013/2014, a fronte di 222.000 alunni con handicap certificato, sono stati chiamati 110.216 insegnanti di sostegno, di cui poco più della metà di ruolo: 63.348. Entro tre anni, i docenti di ruolo saliranno a 90.032 tanto quanto l’organico complessivamente attivato nell’a.s. 2005/2006. È evidente che il numero dei supplenti aumenterà ancora di 10.000 unità tanto quanto all’incirca l’aumento di iscrizioni di alunni con handicap che si registrerà per ciascun anno nel prossimo biennio, visto il trend precedente (erano 138.000 nel 2001).

Ed ecco che così tra due anni il numero di 90.000 docenti di ruolo su sostegno sarà il 70% (e non l’80% come si pensa nelle stanze del Miur) dei più di 120.000 utilizzati, così come era stato programmato proprio con la legge 244/2007 che è stata emendata (entro il 2011 si è giunti al 70% dell’organico del 2006). Per questa ragione l’Anief ha chiesto fin da subito di autorizzare almeno altre 25.000 assunzioni su sostegno in più per evitare ricorsi in tribunale con danno erariale per lo Stato di chi, gioco forza, dimostrerà di essere stato chiamato per più di 36 mesi su posti vacanti e disponibile.

Ma vi è di più. A distanza di dieci anni, se si confronta il numero dei posti complessivamente attivati in organico di fatto e di diritto nelle singole regioni (lettera D della Tabella Anief), cui oggi ovviamente vanno ad aggiungersi i posti dati in supplenza, ci si accorge che alcune regioni, tra cui tutte quelle meridionali, insulari (soprattutto la Sicilia) non avranno riportati al 100% in organico di diritto i posti che avevano registrato nell’a.s. 2005/2006, ma perderanno posti (lettera E della Tabella Anief). Né può essere apprezzata la giustificazione del Ministero sul rispetto, a livello regionale, di un parametro dell’80% dei posti complessivamente attivati oggi in organico di fatto, perché la legge parla chiaro e la perequazione doveva avvenire in base ai valori degli organici dell’a.s. 2005/2006, dimensionati rispetto alle esigenze reali. Perché allora questo accanimento verso il Sud, che già vanta la più alta concentrazione tra le province più depresse economicamente del Paese, il più alto tasso di dispersione scolastica, di neet, di disoccupati?

E poi ci si lamenta che qualcuno ricorre sempre in tribunale. Per Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, “bisogna rispettare in primo luogo le esigenze del territorio perché il tessuto sociale è diseguale nel Paese e di servizi di accompagnamento, sostituti o alternativi a quello scolastico per le nostre famiglie, al Sud e Isole, se ne vedono davvero pochi. E’ arrivato il momento – conclude Pacifico – di fare una seria riflessione sugli organici che tenga conto di tali disuguaglianze per rilanciare tutto il Paese e garantire il diritto costituzionale al lavoro che non può avvenire senza formazione e senza la rimozione di tutti gli ostacoli.