“La porta del carcere” è una giornata di studio e riflessione pubblica, scambio tra chi ha lavorato sulle “porte del carcere”, riuscendo a favorire la comunicazione interno/esterno. L’idea nasce dall’interno di un’aula scolastica e dai tanti bambini con genitori detenuti che la abitano, tentativo di raccogliere idee e materiali sul miglioramento del sistema carcerario e delle sue molte radici anche nel mondo della scuola. Con i bambini di una classe quinta elementare della scuola Virgilio 4 di Scampia, come con i molti altri alunni e maestre che partecipano alla settima edizione del gioco di teatro quartiere “Mito del Mammut” (info su www.mammutnapoli.org), quest’anno abbiamo guardato al tema del carcere da un’angolatura particolare, quella dei riti di passaggio e dell’archetipo della porta. L’entrata nel carcere per molti versi si è rivelata simile al passaggio in un al di là, forse ancora più inspiegabile e assurdo della morte. Attraverso racconti autobiografici e di miti interculturali, (come quello della caverna di Platone) abbiamo cercato di lavorare attorno a questo tratto doloroso della vita individuale, tentando di migliorare tanto il benessere quanto l’apprendimento scolastico di bambini e docenti coinvolti. Ma come per ognuno dei percorsi del Mito l’intenzione è di incidere anche più direttamente sulla sfera pubblica, affrontando quello che non va nel territorio e nei servizi a partire dalle domande fatte con i bambini.
Ci piacerebbe in questo incontro lavorare anche sui molti nessi tra scuola e carcere, cercando di individuare il continuum tra un sistema di valutazione incapace di fare dell’errore occasione di crescita, anziché motivo per l’esercizio di un potere castrante e punitivo. Nella scuola come nel resto della società.
Obiettivo dell’incontro è quindi raccogliere idee e testimonianza di chi ha finora lavorato su queste due porte: sistema penale e della valutazione scolastica.
Il mito del Mammut è sostenuto dal Comune di Napoli – Progetto Welfare a Scampia, Lotto 1 e dalla Fondazione Aiutare i Bambini Onlus.