Sanzo: Calcio, riflettere per ripartire

Hanno fatto il giro del mondo le immagini del prepartita di Napoli-Fiorentina: un episodio che ancora una volta fa emergere drammaticamente le contraddizioni del rapporto fra il calcio e i suoi ultrà. Ad alcuni giorni dai fatti dell’Olimpico, Salvatore Sanzo, Presidente del CONI Toscana, interviene sull’argomento:

“ Ho ritenuto necessario attendere che fossero quantomeno chiarite le dinamiche dei fatti, ma anche riflettere a freddo sull’ennesimo episodio tristissimo che coinvolge il nostro calcio. Al di là della condanna di quanto è accaduto, la mia domanda è: come si può uscire da questa situazione? Sono convinto che vada intrapreso un percorso che guardi lontano, di medio-lungo termine. In questo sono d’accordo col Governo che intende aspettare la fine del campionato per ragionare su una soluzione di sistema che non sia il solito inutile palliativo. Il punto di partenza deve necessariamente essere la distinzione fra i veri tifosi, quelli per i quali il calcio è una passione sana, e chi invece lo utilizza come pretesto per compiere le peggiori nefandezze: proprio per questi ultimi sarebbe il caso di seguire il modello inglese che prevede locali di detenzione all’interno degli stadi.

Non concordo con chi si attesta su posizioni drastiche come fermare i campionati o escludere le nostre squadre dalle competizioni europee: va tutelata la stragrande maggioranza degli appassionati, quelli che rappresentano, con sciarpe diverse, la faccia più vera e più bella del tifo. Erano la maggioranza anche all’Olimpico, nella curva viola (che peraltro si è comportata in maniera esemplare in una situazione così delicata) come in quella napoletana.

Ma siccome il problema è soprattutto di stampo culturale, è necessario lavorare su tutte le fasce d’età (non solo le più giovani) aumentando progetti educativi, di sensibilizzazione, di responsabilità e diffusione della cultura sportiva. Un lavoro organico e corale, il più possibile capillare, che certamente non darebbe benefici solo al mondo del calcio e a quello dello sport, ma all’intera società nella quale viviamo. Basterebbe investire di più in iniziative benemerite già attive in varie parti d’Italia, capaci di coinvolgere una pluralità di soggetti: istituzioni, scuole, investitori privati, media, parrocchie, ecc.

Infine, va assolutamente regolamentato il rapporto tra società e tifosi: è fondamentale che tra questi due soggetti vi siano rapporti (sarebbe innaturale il contrario), ma debbono essere sani e soprattutto, trasparenti”.