Il decreto sulle emergenze abitative, meglio noto come “Piano casa”, è stato definitivamente convertito in legge. Il piano, voluto, prevalentemente, dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, prevede, anzitutto, lo stanziamento di due miliardi di euro, gestiti dalla Cassa depositi e prestiti, per facilitare il finanziamento, da parte delle banche che decidono di aderire all’iniziativa, di mutui per l’acquisto dell’abitazione principale o per la ristrutturazione e miglioramento dell’efficienza energetica. Ricordiamo che il plafond non sostituisce la possibilità di sfruttare gli incentivi fiscali già previsti per queste categorie di interventi e che, pur avendone diritto tutti i cittadini, è destinato, in particolar modo, alle giovani coppie, alle famiglie numerose o ai nuclei famigliari in cui sia presente almeno un disabile. I finanziamenti, inoltre, sono erogati secondo tre modalità:
– con il limite di 100mila euro per gli interventi ristrutturazione con accrescimento dell’efficienza energetica,
– con il limite di 250mila euro per l’acquisto di una abitazione principale senza interventi di ristrutturazione,
– con il limite di 350mila euro per l’acquisto di una abitazione principale con interventi di ristrutturazione con accrescimento dell’efficienza energetica sulla stessa abitazione.
Tra i benifici del plafond, c’è la possibilità di ottenere mutui con scadenza ben superiori alla media, ovvero trentennali.