Sono circa 9 milioni e 300 mila le persone in difficoltà per la carenza di lavoro o per la precarieta’ della loro posizione lavorativa, pari al +56,8% rispetto all’anno pre crisi 2007. E’ quanto emerge dal periodico monitoraggio svolto dall’Associazione Bruno Trentin (ABT) della Cgil sugli effetti della crisi in Italia che indica come l’area del disagio e della sofferenza occupazionale, considerate insieme, abbiano raggiunto nell’ultimo trimestre del 2013 il punto più alto dall’inizio delle rilevazioni: 9 milioni e 300 mila persone in difficoltà, in crescita di circa il 57% rispetto al quarto trimestre 2007, pari a 3 milioni e 370 mila persone in più. Nel dettaglio, lo studio di ABT sottolinea come nel quarto trimestre 2013 l’area della sofferenza occupazionale (disoccupati, scoraggiati e occupati in cassa integrazione) abbia raggiunto il dato di 5 milioni e 95 mila persone (rispetto al quarto trimestre 2007 l’aumento sfiora il 90%, equivalente a 2 milioni e 409 mila unità) e l’area del disagio (part-time involontario e lavoro a termine o in collaborazione involontario) 4 milioni e 200 mila unità (+29,6% rispetto allo stesso trimestre del 2007, pari a 960 mila unità).