Nessun segnale di vero cambiamento e rottura con il passato sul fronte della riorganizzazione dei servizi sociali comunali. Mentre sono in corso di pubblicazione i bandi per tutti gli altri servizi con innovazioni pressocchè nulle, per la gestione di Casa Serena veniamo a conoscenza solo indirettamente della possibilità di un’ennesima proroga con atto aggiuntivo e drastica riduzione del personale con procedure amministrative molto discutibili e scelte operate nel nuovo capitolato incomprensibili che non rispondono a criteri razionali di efficienza del servizio.
Appare grave la riduzione del personale infermieristico ad una sola unità giornaliera per n. 50 ospiti e peraltro senza possibilità di sostituzione; a fronte di una riduzione del servizio di assistenza agli anziani non si comprende l’esigenza di mantenimento di due addetti alla manutenzione ordinaria considerato il ridimensionamento delle strutture agibili, né il mantenimento di un Direttore in presenza di una coordinatrice con funzione di vicedirettrice, nècome possa mantenersi un servizio con turno H24 di centralino, portineria, guardiola con soli 3 operatori e poi è inaccettabile non prevedere le sostituzioni sui servizi già ridotti ai minimi termini. Come fa il Comune a continuare a prorogare a nuove condizioni un servizio ad una cooperativa a oggi inadempiente per tre anni di TFR, e stipendi non corrisposti dal mese di febbraio? Senza dimenticare i poveri anziani vittime incolpevoli di un servizio ormai depauperato che pare tener conto solo di numeri e conti e del quale in vista della ristrutturazione non appare chiara nemmeno la prospettiva futura di rilancio. Avevamo richiesto chiarezza e trasparenza sul numero e qualifiche di operatori in esubero da ricollocare con i nuovi affidamenti, patti di integrità, tavoli tecnici e dati precisi sulle sostituzioni che il Dipartimento sostiene di non aver il tempo di trasmettere, e soprattutto seri controlli sulla corretta esecuzione dei servizi nel rispetto dei contratti sottoscritti. Siamo ancora in attesa. Chiediamo pertanto una equa rimodulazione del capitolato, un nuovo affidamento del servizio che garantisca soprattutto adeguata assistenza e un doveroso urgente intervento per garantire agli operatori attraverso un piano di rientro gli emolumenti pregressi. Se non si è capaci di garantire legittimità delle procedure, servizi assistenziali degni di questo nome agli utenti e si garantiscono figli e figliastri noi non ci stiamo: si prenda il Comune la responsabilità di chiudere l’unica struttura comunale per anziani presente in città.
Laura Strano – Giuseppe Calapai