«Quando il gioco si fa duro le elezioni cominciano a colpire. Quando le elezioni cominciano a colpire qualche volta lasciano i segni. E qualche volta questi segni diventano sogni. O meglio, incubi. Caro diario, forse sono solo stressata dal count down ineluttabile che ci sta rovesciando addosso tonnellate di analisi politiche e battute che non passeranno alla storia nell’attesa del primo anniversario con Renatino sindaco. Forse il pout pourri fra le ultime proposte in piazza Municipio del Profeta No Ponte e le noiose analisi di Vincenzo Franza con le ultime allucinazioni di Saro Crocetta sulla Sicilia che sarà mantecate con le dichiarazioni antiberlusconiane di Sel e quelle antivendoliane di tal Migliore e con la tiritera dei rivoluzionari dal basso che vogliono restituire Messina ai cittadini (quelli che l’hanno depredata e mai amata?) mi è andato decisamente di traverso. A questo punto attendo trepidante l’arrivo delle vacanze perché finalmente andrò in Tibet e non ci penserò più. Non sarò più scossa da quest’ansia che mi attanaglia da settimane, un’incertezza radicata nel profondo che ogni mattina sciolgo e ogni sera si rinnova: per chi non votare più? Non voterò mai a destra, non voterò mai Garofalo, non voterò mai Formica, non voterò mai Corona, non voterò mai Beninati. Ecco, qui finiscono le certezze e iniziano i dubbi. Forse per la prima volta da quando ho iniziato a votare sono settimane e giorni interi che mi interrogo sul voto che ho dato al Profeta Accorinti: altro che un solo segno su un solo simbolo. E la scorsa notte l’ho pure sognato, segno che il mio equilibrio mentale ormai vacilla pericolosamente. Devono essere stati gli appelli continui al voto rivoluzionario dal basso. Io considero utili tutti i voti, ma ormai questa parola deve aver incrinato la mia stabilità come la goccia d’acqua che giorno dopo giorno leviga la dura pietra. Ormai temo, addormentandomi, che mi appaia in sogno il volto di un Renatino trasfigurato e aggressivo che paragona il Ponte al Peccato e i Franza a Satana salvo poi invitarli in piazza per manifestare contro i Tir: lo scettro della vittoria! Dev’essere che Renatino se ne resta in Tibet mentre più di metà Comune è indagato. Dev’essere la speranza che Guido Signorino dispensa a piene mani, come l’ultima: Questo bilancio è frutto di un incremento delle entrate e di una generale razionalizzazione dei costi. Le spese di rappresentanza sono state ridotte in maniera eccezionale (-96%). I servizi pubblici sono stati comunque integralmente garantiti e coperti, senza generare squilibri nella gestione dell’Ente. Adesso temo la prossima notte. Ho paura di vedere altre tasse per coprire i buchi. Sono sicura di vedere Renatino trasfigurato come in quei manifesti di guerra statunitensi, sorridente ma col cappello tricolore e il dito puntato verso di me: “I want you”. “Voglio te”. Lui vuole me. Caro diario, e ti pareva… il comandare è meglio di … censura!!!!
Una militante orfana della rivoluzione dal basso